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Mente e dintorni è una rubrica (nata da una fortunata serie televisiva) che ci porta a curiosare nei meandri della nostra personalità, per scoprirne i segreti e capire i motivi per cui compaiono i disturbi e, ovviamente, prendere rimedio.

Perché, conoscersi e comprendersi, aiuta senz’altro a vivere meglio.

In questa trentaquattresima puntata, ci occuperemo di altri due  meccanismi di difesa “maturi”: AUTOAFFERMAZIONE E AUTOSSERVAZIONE

Come precisato nelle altre puntate, questo lavoro riguardante i Meccanismi di difesa, si basa su una delle scale di valutazione più rigorose e affidabili (il cui acronimo è “DMRS “): quella di John Christopher Perry, ripresa e approfondita dal prof. Vittorio Lingiardi, nelle sue pubblicazioni specifiche.

“Vogliamo essere ammirati perché non abbiamo rispetto per noi stessi. Veniamo educati con sensi di colpa radicati molto profondamente in noi.

Sin dal principio siamo condannati dai genitori, dagli insegnanti, dai preti, dai politici, dall’intero sistema.

Una nota singola è costantemente ripetuta ad ogni bambino: “Ciò che stai facendo non va bene e non stai facendo ciò che dovresti fare”.

Questo crea una ferita profonda in ogni persona e così insorge il rifiuto di sé.

Per coprire questa ferita, cerchiamo ammirazione come forma di compensazione”. (OSHO)

Partendo da queste riflessioni possiamo, da subito, intuire che, se riusciamo a considerare noi stessi nella giusta maniera, non abbiamo bisogno dell’assenso degli altri e, quindi, non dobbiamo dipendere dal loro metro di valutazione, dal loro giudizio e da quello che, loro (a volte senza conoscerci), pensano di noi.

DEFINIZIONE DEL MECCANISMO DI DIFESA DELL’AUTOAFFERMAZIONE

La derivazione etimologica di Autoaffermazione proviene dal Greco e dal Latino e consente di “indicare qualcosa di stabile che riguarda sé stessi”.

Quindi, questo meccanismo di difesa consente di affrontare conflitti emotivi e fonti di stress interne o esterne esprimendo i propri sentimenti e i propri pensieri direttamente, al fine di ottenere quello che ci si è proposti.

L’autoaffermazione non è coercitiva, non rappresenta una forma di comunicazione indiretta e non è manipolatoria.

L’intenzione di una modalità “auto assertiva” è manifesta.

Cioè, è chiaro ed evidente che ci si trova di fronte a qualcuno capace di avere un atteggiamento positivo verso sé stesso e verso gli altri e di riconoscere, rispettare ed esprimere, i propri bisogni nel rispetto di quelli altrui

Funzione

Permette la non facile condizione di agire senza gli stati d’ansia o di tensione che si creano ogni volta che sentimenti o desideri sono inespressi ed evita, inoltre, la formazione di sensi di colpa per non avere difeso le proprie ragioni in situazioni emotivamente conflittuali.

Diagnosi differenziale

Aggressione passiva. Differisce dall’autoaffermazione in quanto è un’espressione indiretta di bisogni e sentimenti che spesso occultano ciò che la persona sta cercando di comunicare e può essere vissuta come coercitiva, manipolatoria e ostile.

Acting out. Può esprimere un desiderio in modo diretto ma, tuttavia, è attuato in un modo aggressivo che spesso disturba o ferisce gli altri, procurando ribellioni altrettanto violente; la modalità autoaffermativa determina, invece, atteggiamenti di cooperazione.

Spostamento. Può talvolta essere confuso con l’autoaffermazione quando l’individuo esprime direttamente irritazione o altri sentimenti verso gli altri.  il risultato dello spostamento, tende a non essere soddisfacente perché l’individuo non ha realizzato ciò che desiderava veramente.

Utile, quindi, riuscire ad attuare l’altro meccanismo, quello dell’auto-osservazione che, Peter Fonagy, ha inserito fra i requisiti necessari per migliorare introspezione e mentalizzazione.

Definizione

Meccanismo di difesa mediante cui si affrontano conflitti emotivi e fonti di stress interne o esterne riflettendo sui propri pensieri, sentimenti, motivazioni e comportamenti.

Consente di immaginare di “vedere noi stessi come ci vedono gli altri“, ottenendo così di capire meglio le reazioni degli altri nei nostri confronti.

Non diventa un modo di cercare l’approvazione degli altri ma, semmai, un uscire dalla gabbia narcisistica e soggettiva per abbracciare una visione oggettiva, aprendo le porte all’empatia verso quelle che vengono definite “le relazioni oggettuali”

Funzione

Permette di adattarci nel miglior modo possibile allo stress e alle esigenze della realtà esterna sulla base di una visione corretta dei propri affetti, desideri, impulsi e comportamenti. Come specificato sopra, è un  primo passo verso la ricerca di un migliore adattamento alla realtà esterna.

Esempio: “E’ difficile ricordare perché le mie partner precedenti abbiano interrotto bruscamente la nostra relazione. Però, quello che ho ascoltato nell’ultimo rimprovero, è stato come uno schiaffo in piena faccia. E, quando ho considerato la cosa dall’esterno, ho capito di avere torto!”

Diagnosi differenziale

La fantasia autistica differisce in quanto ha una base irrealistica in cui non c’è un tentativo di adattarsi meglio ai problemi e agli obiettivi. Al contrario l’auto-osservazione fa sì che la persona sia più in armonia con sè stessa e con l’ambiente esterno e possa favorire una migliore integrazione tra i desideri, il proprio carattere e le situazioni esterne.

La razionalizzazione differisce dall’auto-osservazione in quanto, in quest’ultima c’è un tentativo di scoprire ed esplorare, più che di mascherare le intenzioni, i sentimenti o le azioni (come accade, appunto, nella razionalizzazione).

La svalutazione di sé (e degli altri) differisce dall’auto-osservazione perché la sua principale funzione è l’utilizzo di meccanismi denigratori, più che favorire una più accurata autoconsapevolezza.

L’onnipotenza e il diniego “ipomaniacale” differiscono dall’autosservazione per il carattere forzatamente ottimistico e per alcune idee di grandiosità fuori dalla realtà.

“La vostra felicità è nel bene che farete, nella gioia che diffonderete, nel sorriso che farete fiorire, nelle lacrime che avrete asciugato”. (RAOUL FOLLEREAU)

Con la speranza e l’obiettivo di essere stato utile per conoscere sempre meglio chi incontriamo (soprattutto quando ci guardiamo allo specchio), vi do appuntamento alla prossima puntata, nella quale parleremo di “Sublimazione” e “Repressione”

Questo video riassume, semplificandoli, i contenuti finora espressi, offerti con una delicata base musicale. Buona “degustazione”

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