Posted on

Pubblicato su Lo SciacquaLingua

 Il prestigioso vocabolario Treccani, in Rete, attesta  l’aggettivo “irruento” come prima occorrenza e, in parentesi, “irruente” come seconda.

Dovrebbe essere, invece, l’esatto contrario perché l’aggettivo in questione viene dal participio presente del verbo latino “irruere”: irruente(m).

La forma  irruento, anche se largamente in uso, è da considerare di… uso popolare. Il DOP, Dizionario di Ortografia e di Pronunzia, marca “irruento” come meno bene, privilegiando “irruente”, per l’appunto.

La cosa, però, ci fa un po’ sorridere: in lingua un vocabolo non può essere “meno bene”, vale a dire o è corretto o non lo è (non può essere “corretto a metà”). Irruente, insomma, è un aggettivo della seconda classe, come “facile”, e ha un’unica desinenza, tanto per il maschile quanto per il femminile, ma cambia l’articolo, ovviamente.

Per la verità dobbiamo dire che anche altri vocabolari sono sulla linea del Treccani; linea, a nostro modo di vedere, errata.

Ma tant’è.

Insomma, se vogliamo parlare e scrivere correttamente dobbiamo dire che “Giovanni è un uomo irruente (non irruento), anche la moglie è irruente“.

A cura di Fausto Raso 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *