Posted on

Avverto sulla pelle un senso di smarrimento.

I sentimenti. Una trappola a volte, combattono con la ragione e assolutamente possono viaggiare nella stessa corsia. Nemmeno se ci si impegna con tutta l’anima!

Rimane un barlume di delusione alimentata da una debole fiammella ma costante nell’intensità, non si spegne, si va avanti. Gira nella testa e mi fa sentire prigioniera di me stessa.

Le difficoltà che si incontrano per strada aiutano a trovare il percorso giusto, ma non dovrebbero essere dimenticati né gli sforzi fatti per mantenere la tenuta, né il rischio che si corre nell’investire gli altri. O meglio, calpestare.

In alcuni giorni le complicazioni nei rapporti raggiungono livelli difficilmente gestibili. Diventa allora preferibile restare in compagnia di se stessi, magari assecondando il corpo e le necessità della mente. È una sorta di protezione, che preserva non solo la propria persona, ma anche chi viaggia accanto.

Vorrei scendere in profondità e raccogliere la verità, provare a ricordare e dipingere quel sogno, immaginato tempo fa, ma chissà di quale notte. E’solo un’immagine nella mente, ricca nei particolari e ben viva di colori, che non riesco in alcun modo a riportare sul foglio dei miei giorni.

Quando le parole si materializzano nelle righe non è più “come se niente fosse“. Sono venute finalmente fuori, portando con sé, molto spesso, una bella emozione che può nascere anche solo dall’osservazione. Tutto ciò che si presenta agli occhi, quando il mattino incontra la voglia di ricominciare, non ignorando le difficoltà, ma con la solita leggerezza che dà un tocco di colore alle fatiche dei pensieri. Questo è il buonumore! Un qualcosa, non di innato o inventato, ma costruito negli anni, colto dal piacere di guardare le cose, anche le più semplici, sicuramente un po’ tramandato dagli insegnamenti cui siamo stati sottoposti e che non può vivere senza la vitalità. Il gusto di assaporare le cose della vita!

La paura. Tanto da dire! Muove molte azioni dell’essere umano, può alimentare anche la creatività, ma il più delle volte blocca e impedisce di osare. Una soluzione potrebbe essere quella di smontare in cento pezzi le cose che arrivano dall’esterno per tentare di capirne le reazioni.

Ma la mia domanda è: “E dopo? Una volta trovato il significato che muove e lega gli eventi, qual è il passo successivo?”

Non so se mai riuscirò a modificare uno stile di vita che mi porta ad immergere nella profondità, là dove si incontrano le difficoltà che più spaventano gli esseri umani, ma, dove, se riesci a scendere senza profondimetro, che ti ricorda quanto ti stai allontanando dalla superficie e quello che stai lasciando, vive la libertà più assoluta. Certo il prezzo da pagare è molto alto! È fatto di lunghe serate in compagnia delle sole lacrime che non vogliono uscire, di un manto di malinconia che può penetrare nella pelle, quasi a ricombinare con la molecola della vita, imprimendo un nuovo carattere al comportamento.

Non sopporto la vista dei pezzi di me stessa sul pavimento delle cose che ho vissuto. Passo gran parte del mio tempo a spazzare via il significato e cercarne di nuovi che mi facciano sentire ancora in carreggiata e pronta a scattare.

Manca solo un frammento per legare un pensiero ad un altro.

Cerco la risposta: vivere intensamente significa inserirsi nei contesti più svariati cercando di cogliere tutti gli angoli e, fra i tanti, trovare quello che meglio si incastra nel puzzle dell’anima per completare l’armonia che è propria di essa, oppure è la ricerca della tranquillità, quella che si può osservare nell’interezza di una immagine, senza momenti da catturare e provare a risistemare, da vivere così come vengono senza grossi perturbamenti.

Probabilmente sono due aspetti della stessa vita, che non si sovrappongono ma corrono vicini, spesso si staccano quando l’uno insegue quel tramonto che si intravede oltre l’ultima curva, dove non si sa cosa ti aspetta…, e che cattura con l’intensità dei suoi colori, mentre l’altro mantiene la sua traiettoria perché ha un obiettivo ben sistemato, che lo aspetta lì e gli chiede di raggiungerlo. E poco lo distoglierà.

Anche se…, troppi dubbi e domande si fanno strada avanzando lentamente.

Fernanda (3 ottobre 2009)