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oggi ti sto pensando più del solito! Per me sei stata una persona importante e tu sai perché. Da te mi sono sentita accolta e amata, nonostante il tuo rigore, che caratterizzava tutto ciò che gestivi e decidevi, a volte anche per gli altri e, quindi, anche per me.

Io non potevo capire…ero troppo piccola e la mia tenera età non mi consentiva di mettermi dalla tua parte.

Ti sentivi responsabile di tutto ciò che mi sarebbe potuto accadere, sia a scuola, sia a casa…nella “tua” casa. Quella sì che era per me un porto sicuro, il mio punto di riferimento, un luogo che, più d’ogni altro, mi faceva sentire tranquilla.

L’amore che mi avete dimostrato tu e nonno è stato infinito e le “coccole”, seppur in una modalità alternativa che non mi permetteva di definirle tali, mi dimostravano ogni giorno che su di voi potevo contarci veramente. Certo, esistevano le regole, com’era giusto che fosse, ma, a volte, erano scomode da accettare.

D’altra parte, meglio le regole e, dunque, essere un bersaglio, anziché il “non essere vista” affatto, quasi come se io non esistessi. Grazie, nonna…per avermi insegnato come affrontare la vita, con le sue difficoltà, i momenti “no”, il rifiuto da parte di persone da cui non ci si aspetterebbe mai un tale atteggiamento.

Eppure era così!

Mi sono sempre chiesta come mai, proprio io e non i miei fratelli, sia stata affidata a te, a voi, per circa due anni. Sai…soltanto da poco ne ho capito il motivo.

Nonostante la tua accoglienza e il tuo calore, a volte, avrei preferito tornare a casa mia, ma ciò non era possibile; neanche lo esternavo quel mio desiderio… sapevo che non avrei potuto realizzarlo!

Anch’io, però, poi ti ho ospitata in casa mia.

A dicembre di ogni anno, tu e nonno vi trasferivate a casa nostra ed era quello il momento che sanciva l’inizio del periodo natalizio. Quello sì che era Natale!

Nel tempo ho cercato di ricambiare quello che avevi fatto per me, sperando di esserci riuscita.

Quando la tua malattia ti aveva costretta a stare in carrozzina, ormai vedova, ti trasferisti a casa dei miei genitori, che ti accolsero trattandoti come una regina, innanzitutto perché lo meritavi, ma anche per ringraziarti di tutto quello che avevi fatto per me, quando loro non potevano farlo, a causa della difficile gestione della quotidianità, resa tale anche da motivi lavorativi.

Quando sei volata in cielo, ho perso una parte di me, al punto che sei stata sempre presente nei miei sogni, quasi tutte le notti, fino a quando non è venuta a mancare anche mamma.

Da allora non ti ho più sognata con la stessa frequenza, forse per lasciare anche a lei un posticino nei miei sogni, per perdonarla, o, almeno, tentare di riuscirci.

I tuoi insegnamenti li metto in pratica ancora oggi; persino le tue ricette tento di preparare nello stesso modo, ma (ahimé!) con risultati un po’ diversi.

Resterai sempre la mia pietra miliare, un faro nel buio, il mio grande punto di riferimento! Mi manca tutto di te! Ti voglio bene, nonna!

Eleonora (16 anni)

A Cura di Maria Felicita Blasi

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