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Pubblicato su Lo SciacquaLingua

Come si chiama il venditore di biciclette? Non c’è un termine specifico: in alcune regioni lo chiamano ciclista, in altre  biciclettaio. La nostra lingua, insomma, non ha un vocabolo alla bisogna. Per quanto attiene ai due termini “regionali”, c’è da dire che il primo, nella lingua nazionale, designa colei/colui che va in bicicletta e il meccanico della stessa (non il commerciante), il secondo è sconosciuto alla lingua di Dante. Non è lemmatizzato, infatti, in alcun vocabolario dell’uso. E qui lanciamo una provocazione ai lessicografi: perché non denominarlo “biciclettiere” e metterlo a lemma nei comuni dizionari? 

  Il suffisso “-iere” (dal gallico “-ier”, tratto dal latino “-arius”) indica una persona che esercita una professione o un mestiere: ragioniere, giardiniere, infermiere, ferroviere, banchiere, cantoniere, ingegn(i)ere ecc. Dal sostantivo bicicletta, dunque, togliendo la desinenza “-a” e aggiungendo il suffisso “-iere” si ottiene biciclettiere. Neologismo lessicale che, giusta chi scrive, ha tutte le carte in regola per assurgere agli onori dei vocabolari. Vediamo, con un esempio, come “funzionerebbe” il neolemma. “Papà, per il mio compleanno mi regali una bicicletta?” – “Certo, figliolo. Bisogna aspettare, però, che il biciclettiere rientri dalle ferie”.

A cura di Fausto Raso

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