Pubblicato su Lo SciacquaLingua
Ancora una volta ci siamo imbattuti in un sito dedicato alla lingua italiana e ancora una volta raccomandiamo ai nostri cortesi lettori di “prendere con le pinze” (o con riserva), come usa dire, i vari contenuti.
Il sito “studiorapido.it”, là dove tratta dei nomi difettivi, confonde le idee a coloro non avvezzi all’italico idioma. Il portale in oggetto specifica che “si usano solo al singolare: i nomi dei mesi e di alcune festività: marzo, luglio, Pasqua, Natale ecc.”. No, tutti i mesi dell’anno si possono pluralizzare: i marzi; i lugli; gli agosti; gli ottobri ecc.
Lo stesso per quanto riguarda le festività: le Pasque; i Natali; i Capodanni; i Ferragosti ecc. Occorre dire, però, che l’uso del plurale dei mesi è raro (ma, ripetiamo, esiste ed è corretto). Non è rara, invece, la forma plurale delle festività.
Quante volte, infatti, vi sarà capitato di dire (o sentire): trascorriamo in famiglia tutti i Natali? Oppure, andiamo al mare tutti i Ferragosti? Insomma, i mesi dell’anno e le festività non si possono considerare e, quindi, classificare tra i nomi difettivi.
A cura di Fausto Raso
Giornalista pubblicista, laureato in “Scienze della comunicazione” e specializzato in “Editoria e giornalismo” L’argomento della tesi è stato: “Problemi e dubbi grammaticali in testi del giornalismo multimediale contemporaneo”). Titolare della rubrica di lingua del “Giornale d’Italia” dal 1990 al 2002. Collabora con varie testate tra cui il periodico romano “Città mese” di cui è anche garante del lettore. Ha scritto, con Carlo Picozza, giornalista di “Repubblica”, il libro “Errori e Orrori. Per non essere piantati in Nasso dall’italiano”, con la presentazione di Lorenzo Del Boca, già presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, con la prefazione di Curzio Maltese, editorialista di “Repubblica” e con le illustrazioni di Massimo Bucchi, vignettista di “Repubblica”. Editore Gangemi – Roma.