Pubblicato su Lo SciacquaLingua

Contrariamente all’uso comune l’espressione corretta è “guanti gialli”, non bianchi. Sinceramente non sappiamo trovare una spiegazione che giustifichi l’uso distorto del modo di dire. Sappiamo con certezza, però, che l’espressione si riferisce a persone molto permalose, suscettibili; persone che debbono essere trattate – per avere la certezza che non risentano di un nostro involontario sgarbo
con tutte le cure possibili e immaginabili, con tutti i riguardi, insomma. Ma perché guanti gialli e non, per esempio, neri, marrone o… bianchi come il modo di dire “storpiato”? La risposta è piú semplice di quanto si possa pensare. Un tempo, soprattutto nel periodo della “belle epoque”, i guanti gialli erano propri di persone raffinate ed eleganti, erano, per usare una barbara e bruttissima espressione, lo “status symbol” delle persone; in Francia, in modo particolare dove, da sempre, la moda impera e viene esportata.

Giornalista pubblicista, laureato in “Scienze della comunicazione” e specializzato in “Editoria e giornalismo” L’argomento della tesi è stato: “Problemi e dubbi grammaticali in testi del giornalismo multimediale contemporaneo”). Titolare della rubrica di lingua del “Giornale d’Italia” dal 1990 al 2002. Collabora con varie testate tra cui il periodico romano “Città mese” di cui è anche garante del lettore. Ha scritto, con Carlo Picozza, giornalista di “Repubblica”, il libro “Errori e Orrori. Per non essere piantati in Nasso dall’italiano”, con la presentazione di Lorenzo Del Boca, già presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, con la prefazione di Curzio Maltese, editorialista di “Repubblica” e con le illustrazioni di Massimo Bucchi, vignettista di “Repubblica”. Editore Gangemi – Roma.
Basta leggere Les Diaboliques de d’Aurevilly:
“C’etait un elegant que ce jeune homme, un gant jaune comme on disait des elegants de ce temps-la
N.B. mancano alcuni accenti