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L’aterosclerosi è rappresentata da un processo di ispessimento ed indurimento delle arterie di medio e grande calibro responsabile di gran parte dei casi di morte improvvisa e di cardiopatia ischemica, di molti ictus (per ischemia ed infarti cerebrali), numerosi casi di arteriopatie obliteranti periferiche e della maggior parte degli aneurismi dell’aorta addominale.

Nel nostro percorso sulle responsabilità delle interazioni tra geni ed ambiente nel passaggio da una condizione di “salute” ad una di “malattia”, l’aterosclerosi rappresenta una tappa fondamentale sia per l’importanza epidemiologica di questa condizione patologica sia perché, in questo caso, tali interazioni rivestono un ruolo decisivo e, conseguentemente, è estremamente importante il concetto di prevenzione ambientale.

L’aterosclerosi è una condizione patologica a distribuzione geografica non uniforme e, principalmente, confinata ai paesi più industrializzati.

Numerosi studi epidemiologici ed anatomopatologico – geografici abbraccianti l’arco degli ultimi 50 anni hanno posto l’accento sui

“fattori di rischio”

  • FAMILIARITA’ – intesa come predisposizione familiare e genetica.
  • ETA’ – sopra i 40 anni per l’uomo e sopra i 50 per la donna.
  • SESSO – è maggiore il rischio per l’uomo almeno fino ai 50 anni, la donna infatti dopo la menopausa tende a raggiungere lo stesso rischio.
  • IPERCOLESTEROLEMIA – Tanto più elevato è il livello di colesterolo tanto maggiore è il rischio, tenendo presente l’importante distinzione tra colesterolo totale, l’hdlcolesterolo e il colesterolo ldl e che ai fini clinici le forme che predispongono ad un rischio maggiore sono l’ldl colesterolo ed il totale, mentre avrebbe un ruolo protettivo il colesterolo hdl; è stata osservata una significativa correlazione tra ingestione media di grassi e livelli di colesterolemia; si è constatato un rapporto direttamente proporzionale tra ingestione di grassi saturi, incidenza di ipercolesterolemia (e precipuamente di ldl colesterolo) e malattia coronarica.
  • IPERTENSIONE ARTERIOSA – la pressione arteriosa elevata, sia sistolica (pressione massima) che diastolica (pressione minima) è un fattore predisponente di aumento del rischio coronarico.
  • DIABETE MELLITO
  • OBESITA’ – oltre ad incidere nel favorire altri fattori di rischio come l’ipercolesterolemia, il diabete e l’ipertensione, sembrerebbe essere un fattore di rischio indipendente.
  • FUMO DI SIGARETTA – numerosi studi hanno dimostrato che il fumo di sigaretta è il maggiore fattore di rischio per infarto miocardico e morte coronarica; inoltre molti studi prospettici tendono a mostrare che il rischio di sviluppare malattia coronarica è direttamente correlato al numero di sigarette fumate ogni giorno.
  • RIDOTTA ATTIVITA’FISICA – si stanno accumulando osservazioni che sostengono un effetto benefico dell’attività fisica nei confronti della malattia coronarica; anche se rimangono alcuni aspetti controversi, sembrerebbe che l’esercizio fisico regolare possa avere un effetto protettivo sullo sviluppo di malattia coronarica.
  • TIPO DI PERSONALITA’ – esiste un atteggiamento comportamentale predisponente alla coronaropatia detto comportamento di tipo A tipico di quelle persone coinvolte in una cronica ed eccessiva lotta per ottenere un aumento illimitato di cose nel periodo più breve possibile ed in competizione con altre persone o situazioni ambientali; il tipo A presenta caratteristiche personali accentuate di aggressività, ambizione, competitività scorretta. Possedere tali fattori predispone il singolo individuo ad un rischio maggiore di andare incontro all’aterosclerosi rispetto alla media.

Da questa breve e rapida disamina scaturisce ancora una volta l’importanza della interazione tra fattori genetici ed ambientali.

fattori genetici, attualmente difficilmente modificabili, incidono sulla predisposizione alla malattia aterosclerotica di per sé e sulla predisposizione al diabete, all’ipertensione, all’ipercolesterolemia: questi tre elementi interagiscono sui fattori ambientali che sono modificabili e su cui si dovrebbe incidere per ridurre il rischio della malattia aterosclerotica.

Abbiamo già analizzato approfonditamente l’importanza del fumo e nei prossimi appuntamenti osserveremo più dettagliatamente le varie altre condizioni ambientali predisponenti alla malattia aterosclerotica (dieta, stile di vita, attività fisica, stress) ma, da quanto espresso finora, emerge ancora una volta in maniera chiara e decisa l’importanza di

CONOSCERE PER POTERE CAMBIARE.

Appare chiaro che una alimentazione corretta, una vita sana (intesa come raggiungimento di un peso ottimale, abolizione del fumo, riduzione dello stress, cambiamento del tipo di personalità A, regolare attività fisica, etc.)possono ridurre in maniera netta il rischio di aterosclerosi e quindi di malattia coronarica, accidenti cerebrovascolari, arteriopatie obliteranti croniche degli arti inferiori; per ottenere ciò, è fondamentale un approccio culturale diverso in cui il valore della “SALUTE” intesa come benessere fisco, sociale, mentale sia recepito ed attuato: questo significa avere maggiore rispetto per sé, per gli altri e per l’ambiente circostante; significa rinforzare alcuni valori rispetto ad altri, significa voler vivere pensando al benessere “globale”, personale e sociale.

Dr. Giuseppe Aquino – Medico Medicina Generale

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