Dopo anni ed anni ricado nella solita trappola.
Quando il confine fra il reale e la suggestione diventa fumoso, mi ritrovo in compagnia dei soliti vecchi fantasmi. Quelli di una volta che, in realtà, hanno segnato il lungo percorso verso il raggiungimento del benessere.
Che strano, pensavo che non ci sarei mai più ricaduta e invece è bastata solo una parola, anzi uno scritto in poche righe, a scatenare le solite vecchie paure.
E in questo mattino decido di mettermi alla prova e verificare cosa ho imparato in tutto questo tempo.
Il primo pensiero che accende la mente è legato alla fuga. Ma si può definire così? Oppure è solo la cosa giusta da fare quando conosci esattamente l’origine dei tuoi malesseri?
Dopo aver dato voce ai primi pensieri, inforco le ali ai piedi e, non più come un tempo, volo a sdebitarmi dei primi fastidi. Camminando riesco a percepire con chiarezza il mio sguardo che incontra gli occhi dell’altro. Una profonda ruga di tristezza mi riveste, come un manto freddo da cui non riesco a svestirmi.
Provo a focalizzare su di un periodo preciso della mia vita e cerco le analogie, nel tentativo di aprire quella porta socchiusa, che mai si è aperta del tutto e da cui arriva uno spiraglio di luce intensa.
Le abitudini.
Nella rigidità della quotidianità che mi appartiene, il suggerimento arriva come sempre dalle esternazioni che meglio mi riescono.
Ma, faccio un passo avanti e prometto a me stessa di cambiare l’ordine delle cose. La flessibilità che ne deriverebbe mi aiuterebbe ad avanzare ulteriormente, questa volta non più nella costruzione ma nelle scelte definitive.
Nella pioggia silenziosa che accompagna questa giornata, fra le nuvole, nei palazzi, nel contorno delle montagne che disegnano l’orizzonte si intravede un arco colorato. Quasi fosse la speranza.
Nei miei sentimenti vibra il passato più andato. Ma questa è un’altra riflessione che a breve troverà il suo respiro.
Oggi il mio stato d’animo è un altro.
Sorrido abbassando gli occhi, riconoscendo una emozione diversa, legata di sicuro all’età e che purifica il mio sentire.
Una fortuna accorgersi di ciò che accade nell’interno e accoglierlo senza resistenze, ma con la consapevolezza che è la ruota della vita. Un giro completo a definire un lungo periodo, se pur nella lentezza del tempo che è passato.
Presto ascolto, immaginando di sentire un respiro abbandonato ma mai dimenticato. Ancora con me.
Quello che non riesco a lasciare andare traccia un solco nella mia anima, che arriva quasi a sanguinare impedendo la conservazione nel ricordo.
Lentamente la tensione accumulata in questi pochi mesi trova una prima via di uscita, aiutandomi a ridimensionare le paure che vengono fuori.
E mi ritrovo a provare nostalgia per una fase della vita ormai andata, quando la confusione bloccava ogni momento.
Oggi non è più così, anche se uguali sono le ansie. Ma, so bene, cosa sta accadendo, dentro e intorno a me.
Respiro, ossigenando ogni parte del mio corpo.
Ascolto, ogni segnale giunge ad interferire.
Vado avanti.
Fernanda (24 ottobre 2025)

Biologa CNR, Counselor. Responsabile “gestione area informativa” Progetto SOS Alzheimer On Line

