Posted on

Mente e dintorni è una rubrica (nata da una fortunata serie televisiva) che ci porta a curiosare nei meandri della nostra personalità, per scoprirne i segreti e capire i motivi per cui compaiono i disturbi e, ovviamente, prendere rimedio.

Perché, conoscersi e comprendersi, aiuta senz’altro a vivere meglio.

In questa trentunesima puntata, ci occuperemo, finalmente, del primo dei meccanismi di difesa “maturi”: quello definito “DI AFFILIAZIONE”

Come precisato nelle altre puntate, questo lavoro riguardante i Meccanismi di difesa, si basa su una delle scale di valutazione più rigorose e affidabili (il cui acronimo è “DMRS “): quella di John Christopher Perry, ripresa e approfondita dal prof. Vittorio Lingiardi, nelle sue pubblicazioni specifiche.

“Tu, fino ad ora per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno uno dell’altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo.”   (ANTOINE DE SAINT-EXUPERY)

Definizione

Il termine affiliazione, deriva dal Latino e identifica l’atto di aggregare qualcuno alla stregua di un figlio.

È stato, infatti, tra l’altro, un istituto giuridico ( non più in vigore), per il quale si poteva esercitare la patria potestà su un minore abbandonato, senza che questi assumesse lo stato giuridico di figlio.

Quindi, potremmo definire questo meccanismo di affiliazione come un sistema inconscio attraverso cui possono affrontarsi conflitti emotivi e fonti di stress interne o esterne rivolgendosi agli altri per aiuto, considerazione, sostegno.

“Ho sempre cercato di dare un senso alle cose. Ci deve essere un motivo se io sono come sono. Ora, però, non sono più immortale; sto invecchiando, il mio corpo si sta deteriorando e, come per tutti voi ad un certo punto, cesserà di funzionare. Come robot avrei potuto vivere per sempre… ma dico a tutti voi, quest’oggi, che preferisco vivere come uomo piuttosto che vivere pe tutta l’eternità come macchina”.

“Perché lo vuole?”

” Per essere riconosciuto, per chi sono e per ciò che sono. Niente di più, niente di meno. Non per la gloria né per l’approvazione ma per la semplice verità di questo riconoscimento. È stato l’elemento propulsivo di tutta la mia esistenza e devo riuscire ad ottenerlo se voglio vivere o morire, con dignità”.

Questo dialogo costituisce la sintesi più importante del film (del 1999) “l’Uomo Bicentenario”  Andrew Martin muore un attimo prima che gli venga riconosciuto il diritto di appartenenza al genere umano. Come robot, ha sempre avuto bisogno dell’approvazione di qualcuno. Come uomo libero, non più. Gli è bastato essersi sentito preso in considerazione, percependo l’accettazione all’interno di un consesso di intenti propositivi.

Aprirsi, confrontarsi e, a volte, anche confidarsi, porta a un aumento della capacità individuale di adattamento poiché chi ci ascolta e ci considera, fornisce conferma e sostegno emotivi.

È importante precisare che non possono essere considerati come esempi di affiliazione i tentativi di scaricare su qualcun altro la responsabilità di affrontare i nostri problemi.

Neppure il costringere qualcuno ad aiutarci, o il mostrarci indifesi per spingere gli altri ad darci una mano può essere ascritto al meccanismo di difesa definito di affiliazione.

Ed è fuori da questo sistema “maturo”, anche l’appartenenza a un’organizzazione (es. una chiesa, un club, una comunione, o altro).

Anche coinvolgere un consulente o un terapeuta, può non rientrare in questo meccanismo che ci aiuta, col suo farci aprire al mondo, tutto sommato a crescere.

Proprio partendo da questo, possiamo inquadrare come meccanismo di affiliazione, ogni rapporto basato sul dare e ricevere per quanto riguarda i propri conflitti e problemi, alla stregua di quello che un Padre può insegnare al figlio, quando lo spinge a diventare “autonomo”

Diagnosi differenziale

Ipocondriasi. Differisce dall’affiliazione in quanto esprime impotenza e ostilità verso gli altri, attraverso continui lamenti che respingono l’aiuto offerto; l’affiliazione invece, non presenta componenti ostili verso gli altri. Inoltre, l’uso dell’affiliazione non manipola gli altri per soddisfare i propri bisogni di dipendenza e attaccamento dell’individuo.

Altruismo. Differisce dall’affiliazione in quanto compiere buone azioni è una componente necessaria del rapportarsi con gli altri. L’affiliazione, invece, è primariamente finalizzata a ottenere aiuto per sé, ma può anche comportare una condivisione di problemi o conflitti per ottenere un vantaggio reciproco.

“La mia vita è monotona. Io do la caccia alle galline e gli uomini danno la caccia a me. Tutte le galline si assomigliano e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio, perciò. Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sarà come illuminata. Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi fanno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiù in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color dell’oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano.” ANTOINE DE SAINT-EXUPERY

Con la speranza e l’obiettivo di essere stato utile per conoscere sempre meglio chi incontriamo (soprattutto quando ci guardiamo allo specchio), vi do appuntamento alla prossima puntata, nella quale parleremo del secondo dei meccanismi  definiti “maturi”: “L’ALTRUISMO”

Questo video riassume, semplificandoli, i contenuti finora espressi, offerti con una delicata base musicale. Buona “degustazione”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *