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Fra le varie pratiche superstiziose, una delle più diffuse consiste nello spargere del sale con la convinzione che ciò allontani le iettature e sia di buon auspicio.

Vediamo da dove nasce questa credenza.

Fin dall’antichità, il sale ha rappresentato un polo di attenzione considerevole, probabilmente perché costituiva l’elemento base di un fiorente commercio. All’epoca degli antichi Romani, si arrivò a pagare gli operai con il sale (da qui, il termine “salario”) e si diede il nome di Via Salaria ad una importante strada di collegamento (si dice che fosse diventata bianca per via del sale che cadeva dai carri). Anche oggi, quando si vuole indicare l’eccessivo costo di qualcosa, si dice che è “salata”.

Nelle popolazioni celtiche (nel Nord Europa), si riteneva che lo scoppiettio del sale buttato sulle piastre roventi, fosse in grado di “mandare in frantumi” i progetti bellicosi dei nemici.

Anche la religione Cristiana, ha contribuito ad aumentare il valore del sale: Cristo viene definito “il sale della Terra” e, al momento del battesimo, si mettono sulle labbra alcuni grani di sale.

Il sale, nella superstizione contemporanea, è qualcosa da usare con prudenza e saggezza, da persone “qualificate”, infatti gli amuleti vanno preparati seguendo riti complessi. Questo, tutto sommato, parte da una valenza scientifica, infatti, il sale va usato con saggezza: a piccole dosi è indispensabile per la vita, ad alte dosi… corrode.

Da qui nasce la convinzione del potere corrosivo contro le negatività.

Comunque sia, due “strane” funzioni positive del sale vengono riconosciute dalla scienza: deumidifica e depura l’aria!

13 gennaio 2013

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