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Mente e dintorni è una rubrica (nata da una fortunata serie televisiva) che ci porta a curiosare nei meandri della nostra personalità, per scoprirne i segreti e capire i motivi per cui compaiono i disturbi e, ovviamente, prendere rimedio.

Perché, conoscersi e comprendersi, aiuta senz’altro a vivere meglio.

In questa ventiquattresima puntata, ci occuperemo del meccanismo di difesa nevrotico della “RIMOZIONE”

Come precisato nelle altre puntate, questo lavoro riguardante i Meccanismi di difesa, si basa su una delle scale di valutazione più rigorose e affidabili (il cui acronimo è “DMRS “):  quella di John Christopher Perry, ripresa e approfondita dal prof. Vittorio Lingiardi, nelle sue pubblicazioni specifiche.

“La vita sarebbe impossibile se ricordassimo ogni cosa. Tutto sta a scegliere quello che si deve dimenticare”. (Maurice Martin du Gard)

La rimozione è con molta probabilità, uno dei meccanismi di difesa più conosciuti anche per i non addetti ai lavori.

“Ho rimosso” è ormai una frase di gergo comune

Ma cosa si “dimentica”?

Ad esempio, contenuti mentali intollerabili, troppo distanti dal modo che abbiamo di vedere la realtà (in base ai nostri codici morali, al nostro carattere, al nostro  modo di pensare e di essere, insomma).

Quindi, possiamo sentirci tristi, aggressivi, ansiosi, angosciati o con disturbi somatizzati senza riuscire a consapevolizzare un evento, una persona o una circostanza che possano in qualche modo essere responsabili di quello stato d’animo.

Attraverso il meccanismo della “Rimozione”, si tenta di evitare qualcosa di troppo forte da tollerare. 

Ed è per questo motivo, che la rimozione viene considerata come un qualcosa di “fisiologico”, una parte del normale funzionamento mentale, che solo in alcune circostanze può avere effetti invalidanti su di una persona.

Definizione

Meccanismo di difesa mediante cui si affrontano conflitti emotivi e fonti di stress interne o esterne, tramite il non essere in grado di ricordare o il non essere cognitivamente consapevole di desideri, sentimenti, pensieri o esperienze disturbanti.

Funzione

Protegge dalla consapevolezza di ciò che si sta provando o che si è provato in passato.

In buona sostanza, si può provare un particolare affetto, impulso o desiderio ma, la reale consapevolezza di ciò che esso è (cioè l’idea associata a esso), rimane al di fuori della coscienza: mentre gli aspetti emotivi sono chiaramente presenti e percepiti, quelli cognitivi restano al di fuori della coscienza.

È interessante precisare che, pur inconsapevole dell’origine dei propri impulsi o sentimenti, la persona può comunque “esprimerli per ciò che sono, oppure (sempre inconsapevolmente) “alterarli” usando un qualche meccanismo di difesa supplementare (es. l’impulso rimosso di picchiare qualcuno, può essere poi modificato tramite uno spostamento, con il risultato che ci si si arrabbia eccessivamente per un qualche fastidio, tutto sommato di poco conto).

Diagnosi differenziale

Benchè la rimozione compaia in combinazione con altre difese, si differenzia, sostanzialmente, dai seguenti meccanismi:

Negazione

La negazione mantiene al di fuori della consapevolezza sia l’idea che lo stato d’animo collegato; è  quel meccanismo di difesa mediante cui si rifiuta di riconoscere qualche aspetto della realtà esterna o di ciò che accade dentro sé stessi che, sul piano oggettivo, invece, sarebbe di tutta evidenza. Ad esempio: una persona che non supera un concorso di ammissione (per un corso di studi o di lavoro) e afferma di non provare alcun sentimento di delusione o tristezza.

La rimozione, invece, conserva una qualche consapevolezza dello stato emotivo che, però, non si riesce ad abbinare ad un evento o ad una circostanza di cui ci si possa ricordare.

Dissociazione

La dissociazione protegge l’individuo dalla consapevolezza dell’idea e dell’emozione conseguente alterando l’esperienza cosciente; la rimozione, invece, mantiene intatta l’esperienza cosciente, tenendo lontana dalla coscienza solo l’idea intollerabile, ma non lo stato emotivo.

Per concludere la trattazione di questo veloce ma interessante argomento, possiamo salutarci con il pensiero di Maya Angelou, unanimemente considerata un’importantissima esponente della difesa dei diritti civili e una rilevante portavoce della cultura afroamericana

“Ho imparato che le persone possono dimenticare ciò che hai detto, le persone possono dimenticare ciò che hai fatto, ma le persone non dimenticheranno mai come le hai fatte sentire.”

Con la speranza e l’obiettivo di essere stato utile per conoscere sempre meglio chi incontriamo (soprattutto quando ci guardiamo allo specchio), vi do appuntamento alla prossima puntata, nella quale parleremo di un altro dei meccanismi  definiti “nevrotici”: “La Dissociazione”

Questo video riassume, semplificandoli, i contenuti finora espressi, offerti con una delicata base musicale. Buona “degustazione”

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