Pubblicato su Lo SciacquaLingua
Due parole sull’uso corretto della preposizione impropria senza perché molto spesso, per non dire sempre, non viene usata a dovere. In linea generale si unisce direttamente al sostantivo: senza paura; senza fretta; senza soldi.
Quando regge due o più nomi, davanti al secondo (e a quelli successivi) non si ripete ma si pone la negazione né (oppure la o, secondo i casi), mai la e: senza grazia né garbo; senza aiuto o conforto.
Se è seguita da un pronome personale (e molto spesso anche con i dimostrativi) si costruisce, preferibilmente, con la preposizione di: senza di loro (ma anche senza loro); senza di voi (senza voi); senza di questo (senza questo).In funzione di congiunzione introduce una proposizione esclusiva con valore modale.
Sempre in funzione di congiunzione si unisce direttamente a un verbo di modo infinito se il soggetto di entrambe le proposizioni è il medesimo: è andato via di corsa senza dire una parola; se i soggetti sono, invece, diversi si fa seguire dalla congiunzione che con il verbo al modo congiuntivo: ha fatto tutto di testa sua senza che io lo sapessi.
A cura di Fausto Raso
Giornalista pubblicista, laureato in “Scienze della comunicazione” e specializzato in “Editoria e giornalismo” L’argomento della tesi è stato: “Problemi e dubbi grammaticali in testi del giornalismo multimediale contemporaneo”). Titolare della rubrica di lingua del “Giornale d’Italia” dal 1990 al 2002. Collabora con varie testate tra cui il periodico romano “Città mese” di cui è anche garante del lettore. Ha scritto, con Carlo Picozza, giornalista di “Repubblica”, il libro “Errori e Orrori. Per non essere piantati in Nasso dall’italiano”, con la presentazione di Lorenzo Del Boca, già presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, con la prefazione di Curzio Maltese, editorialista di “Repubblica” e con le illustrazioni di Massimo Bucchi, vignettista di “Repubblica”. Editore Gangemi – Roma.