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Pubblicato su Lo SciacquaLingua

Tutti i “massinforma” (mezzi di comunicazione di massa: giornali e radiotelevisioni) ci “propinano” a ogni piè sospinto una teoria di tautologie che si possono definire “ripetizione del già detto” e in buona lingua italiana sono – come si diceva un tempo – da evitare come la peste. Ci sembra interessante, quindi, riportare quanto dice in proposito il linguista Luciano Satta.

  • Se leggete “Fra i due c’è una grande collaborazione reciproca” e riflettete un poco, notate subito che di quel ‘reciproca’ si può fare benissimo a meno, anzi si deve fare a meno, perché una collaborazione fra due persone è sempre reciproca, altrimenti che collaborazione sarebbe?
  • Così, dire che un uomo è stato condannato secondo le ‘vigenti leggi’ vuol dire sprecare una parola, essendo poco probabile che un uomo venga condannato per una legge che non è più in vigore; e ancor più pesante è la ridondanza quando si parla, come spesso si fa, di un uomo condannato secondo le ‘leggi attualmente vigenti’.
  • Altrettanto inutile è dire che per esaminare una certa faccenda, per fare una certa indagine è stata creata un’apposita commissione: se la commissione è stata creata per quella certa faccenda o indagine, è per forza apposita.

Si può fare a meno, inoltre, dell’aggettivo ‘futuro’ in frasi come queste, che sentiamo spesso alla radio o alla televisione o leggiamo sui giornali quando viene intervistato qualcuno: “Quali sono i suoi progetti futuri? “; “Mi parli del suo programma futuro”. Un progetto, un programma sono sempre futuri, in questi casi. Si sa che ci possono essere programmi e progetti per un ‘futuro lontano’, per un ‘futuro immediato’ e allora quando ci sono precisazioni simili tutto va bene.

A cura di Fausto Raso (Luglio 2006)