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Pubblicato su Lo SciacquaLingua

 Alcune professioni e mestieri, un tempo riservati agli uomini, oggi sono “aperti” anche alle donne. Si pone, pertanto, il problema della femminilizzazione del sostantivo indicante la professione o il mestiere.

Come chiameremo, dunque, una donna addetta alla costruzione di opere in muratura? Muratrice? Muratora? “Muraiola”? I vocabolari consultati, cartacei e in rete, tacciono sull’argomento. Solo il Garzanti e lo Zingarelli affrontano il problema.

Il primo lemmatizza sia “muratrice” sia “muratora”; il secondo solo “muratrice”. Chi scrive propende per “muratora”, come pastora, sartora (non ‘sartoressa’, come riportano alcuni vocabolari). Il suffisso “-tore” nella forma femminile può mutare in “-tora” se la “t” è preceduta da una consonante diversa o da una vocale.

Scriveremo (e diremo) correttamente, quindi, che “Giovanna è stata assunta come muratora nel cantiere appena aperto”.

A cura di Fausto Raso

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