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Questo è il secondo degli articoli con cui verranno descritte le linee guida del modello di pensiero di derivazione psicodinamica ma Pragmatico Eclettico Analitico del dott. Giovanni Russo. Rappresenta il risultato della trascrizione di centinaia di lezioni registrate ed ha costituito la base del libro “Una psicoterapia ad Indirizzo Dinamico” EUR Ed. Roma 2001

(Materiale estrapolato da una lezione del Dr. Giovanni Russo, tenuta il 28.08.97 a Roma

Se non avessi svolto la professione di psicoterapeuta, probabilmente non avrei mai approfondito determinati studi .

Nel corso degli anni, avendo prodotto tanto materiale (risultato dagli studi che svolgevo, partendo dalle difficoltà che mi venivano presentate dai miei analizzati), cercavo un “modello” cui ispirarmi, per aggregare il tutto in maniera armonica.

Mentre svolgevo questo impegnativo lavoro di ricerca, mi accorgevo che, nei testi dei grandi studiosi che mi avevano preceduto ( da Freud in poi ), trovavo soltanto alcune delle tante risposte di cui necessitavo.

A quei tempi studiavo fisica: siccome il modello adottato da Freud si era dimostrato utile, lo seguivo.

In fisica, la conoscenza viene acquisita attraverso il modello di ricerca scientifica che avviene in tre fasi successive:

I° Fase: si raccolgono i dati sperimentali riguardanti il fenomeno che deve essere spiegato.

II° Fase: i dati sperimentali, vengono correlati con i simboli matematici esi elabora uno schema matematico che leghi questi simboli in modo preciso e coerente: di solito, uno schema di questo tipo, viene chiamato “Modello matematico” oppure, se è più generale, “Teoria”

III° FaseDivulgazione pubblica, secondo i seguenti “momenti” :

  • si costruisce un modello con un linguaggio comune, che interpreti lo schema matematico ;
  • tale linguaggio rappresenta, anche per gli stessi fisici , un criterio di valutazione della comprensione raggiunta .

Nel primo periodo di questa mia ricerca di aggregazione del materiale che avevo ricavato, mi sono riferito maggiormente a “padre” Freud dal momento che, per me è stato il maestro principale. Ho iniziato a capire di psicoterapia, grazie a Freud poi, siccome i suoi studi si sono dimostrati insufficienti, mi sono rivolto a tanti altri grandi autori, da cui ho tratto tanti dati utili che, aggiunti ai tanti elementi ricavati dal mio lavoro giornaliero, hanno prodotto i risultati della mia “Teoria”.

Per inciso, devo dire che, a tutt’oggi, alcuni dubbi li ho chiariti, per altri sto ottenendo delle risposte, mentre molti restano ancora oscuri.

Ancora oggi, durante i colloqui analitici, mi si presentano tanti fenomeni che devono essere chiariti. D’altronde, ogni essere umano, essendo un esemplare unico, pur presentando sintomi simili a quelli prodotti da tanti altri, rimane una fucina di psicofenomeni nuovi. Analizzando esseri umani aventi la stessa “etichetta” (depresso / fobico / etc.) ho trovato sempre personalità differenti, pur in presenza di sintomatologie apparentemente simili.

Domanda: In psicoterapia, è possibile utilizzare un metodo scientifico? (Freud ha voluto utilizzare, per la prima volta, un criterio scientifico: questa è stata la grande novità)

Risposta: Prima di affrontare questo interessantissimo quesito, dovremmo domandarci cosa significa ricerca scientifica e cosa si intende con il termine scienza.

Non ci si può bagnare due volte nella stessa acqua!

Questo accade perché tutto, in Natura, è un divenire costante, che apporta continui cambiamenti. La stessa osservazione al microscopio di un reperto qualsiasi, cambia la struttura del materiale in questione: questi sono i limiti della scienza in sé.

Ogni essere umano possiede una potenzialità mentale che ha una capacità di “movimento” enormemente superiore alle nostre capacità sensoriali: di conseguenza non ci è possibile bloccare ed osservare un elaborato di pensiero, al fine di poterlo studiare.

Ecco perché il processo di ricerca scientifica nel nostro settore è estremamente difficile; questo porta all’impossibilità di creare un sistema unificato, valido per tutti gli studiosi: ecco perché poi ci si riferisce sempre ai grandi autori.

Per quanto riguarda la realtà umana, è molto difficile avere delle certezze.

Cominciamo dalla Prima Fase

Freud ebbe come modello Theodor Gustav Fechner, il quale studiò l’apparato psichico creando delle leggi riguardanti l’inconscio, facendo un parallelismo psicofisico.

Freud stesso dice che, tali studi, gli consentirono di concepire l’energia psichica, o libido, in senso quantitativo visualizzabile da tre punti di vista:

  • Dinamico
  • Economico
  • Topico

Io ho avuto il vantaggio di potermi arricchire dei risultati del lavoro di Freud ( e di quello di tanti altri grandi autori), con l’aggiunta di aver studiato Albert Einstein, il quale mi ha messo nelle condizioni di potere osservare l’energia come elemento fondamentale della struttura dell’essere umano.

Da tutto quello che ho descritto, molti anni fa iniziò il mio lavoro di comparazione e di avanzamento (che dura ancora oggi), nei confronti di molti autori di psicoterapia: ecco perché la mia teoria è eclettica.

Domanda: Si può ipotizzare la possibilità, per il trattamento psicoterapeutico, di trovare un trattamento ad “ampio spettro”, così come avviene (per il corpo) con la Penicillina?

Risposta: Mentre la struttura corporea è uguale per tutti gli esseri umani, gli psicofenomeni prodotti dalla mente, sono unici ed irripetibili per ogni essere umano: diventa impossibile pensare ad una terapia generalizzata, come con gli antibiotici.

Nella esposizione che vi sto proponendo, potrete osservare il confronto fra i risultati dei miei studi e quelli dell’autore che conosco di più e da cui faccio derivare la mia formazione e l’indirizzo della mia Scuola di Formazione : Sigmund Freud.

Nel testo di Freudil Progetto di una Psicologia” (del 1895), l’autore risente della psicologia fisicalista.

Secondo i punti di vista Dinamico / Economico Freud osserva i disturbi e concepisce i fenomeni psichici come il risultato di conflitti di forze in cui si articola l’energia psichica, dai quale ci si difende con :

  • la resistenza
  • la rimozione
  • la conversione
  • lo spostamento
  • la catarsi
  • l’abreazione
  • etc.

Sia che l’energia psichica si manifesti mediante il corpo, sia che si esprima con la mente, l’essere umano si difende dalle sofferenze; infatti, il sintomo mobilita una determinata quantità di energia sottraendola alla dinamica globale dell’essere umano perché, quest’ultimo, terme sofferenze maggiori: quindi, localizzando l’attenzione sul sintomo, evita una maggiore “diffusione” delle sofferenze .

Io concordo nel considerare i sintomi come risultato di energie in conflitto ma, mentre Freud aspettava che mediante l’analisi ( 5 – 6 colloqui a settimana ) l’inconscio della persona diventasse cosciente (man mano che l’analizzato parlava), io utilizzo 2 o 3 colloqui a settimana e favorisco la presa di coscienza dell’analizzato, mediante un’analisi attiva, dal momento che utilizzo e faccio utilizzare la logica universale, che è un parametro in base al quale ognuno si può confrontare e verificare.

Nel prossimo articolo: I bisogni psicofisici dell’Essere Umano

Oretta Lanternari – Pedagogista

Giorgio Marchese : Medico Psicoterapeuta,  Direttore “La Strad@”

2 Replies to “Come è nata la Teoria PEA (Del dott. Giovanni Russo)”

  1. Sono Diana Carnevale di Sora. Ho frequentato la scuola a ridosso degli anni 90, all”infernetto, quando la teoria era in nuce, in corso di elaborazione documentata con ore ed ore di registrazioni. Si registravano le lezioni, i dialoghi, i seminari , i convegni, i lavori o terapie di gruppo che coinvolgevano tutti gli alunni e tutti gli insegnanti ogni sabato dopo la pausa pranzo per quasi due ore. Gli incontri erano settimanali , dalle 9 alle 18 del sabato e dalle 9 alle 13 della domenica. Il dott. Giovanni Russo veniva abbozzando allora la sua teoria che era stata presentata nelle sedi competenti per essere vagliata. Si lavorava anche e soprattutto per il riconoscimento della scuola e delle scuole affini da parte delle istituzioni preposte. Fra anni di corso ed analisi ho mantenuto i contatti per una decina di anni. Ho tutti i libri scritti in quel periodo. Ho fatto analisi con Sara la sorella del dott. , una spalla essenziale, insieme ad Orietta , donna concreta, attenta e presente. ” Giò gió” come veniva chiamato Giuseppe era allora un bimbo amato e seguito. Ho appreso della perdita di Sara con molto rammarico. Era una donna dolce e professionalmente rugorosa, elegante, per me allora un modello pressoché irraggiungibile. Conobbi nella scuola Luca Zingaretti , il noto Montalbano, compagno di corso, aveva al tempo 20 anni ed era uno studente di psicologia. E credo che in quel contesto abbia iniziato o scoperto la sua creatività artistica. Organizzava e interpretava con Sara gli psicodramma. E ricordo che improvvisava scenette con la Madre dei fratelli Russo, una anziana signora molto comunicativa. Il dott. Russo seguì anche mio marito . Ricordo quando purtroppo se ne è andato , ma i suoi allievi hanno continuato il suo tracciato. Ricordo tutti, soprattutto Germani che veniva da Avezzano. Spero che mi legga almeno Orietta che saluto

  2. Buona sera Diana, le incollo la risposta di Oretta Lanternari. Grazie per averci scritto. Un cordiale saluto:
    “Cara Diana, il dott. Giorgio Marchese mi ha fatto condividere lo scritto inviatogli. Anche io ho un buon ricordo di lei e mi piacerebbe condividerlo a voce. Con l’occasione e sapendo che continua a dipingere con successo, le faccio presente che ho appeso il suo bellissimo dipinto, di cui ci ha fatto omaggio. Se lei fosse d’accordo vorrei il suo numero telefonico. La saluto caramente Oretta”

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