Pubblicato su Lo SciacquaLingua
Si avvicinano le feste piú belle e significative dell’anno: il Natale, il Capodanno e l’Epifania. Nel formulare i piú sentiti auguri ai nostri gentili lettori, vogliamo ricordarne le loro peculiarità.
Il Natale – come si sa – celebra la nascita di Gesú e simboleggia la rinascita e il risveglio spirituale di tutto il popolo credente; cade il 25 dicembre per la maggior parte delle chiese cristiane occidentali. La festività è legata ai simboli del presepio, dell’albero di Natale, di Babbo Natale e del calendario dell’Avvento.
Il presepio rappresenta la rievocazione della nascita del Redentore. Vi compaiono tutti i luoghi e i personaggi della tradizione: la grotta, la mangiatoia, Giuseppe, Maria, il Bambino, il bue, l’asinello i pastori e gli angeli. La piú antica raffigurazione pittorica del presepio si trova nelle catacombe di Priscilla, a Roma, datata III secolo.
La realizzazione tridimensionale, invece, è stata ideata da S. Francesco d’Assisi, a Greccio, in provincia di Rieti, nel 1223. Dopo questa data cominciarono a realizzarsi presepi composti da statuine. Il piú antico è quello allestito nella basilica di S. M. Maggiore a Roma, di Arnolfo Di Cambio, del 1289. Il piú noto, invece, è quello della basilica di S.M. in Aracoeli, dove si venera uno speciale bambinello del XV secolo, davanti al quale i bambini romani erano soliti recitare le loro poesie natalizie. Purtroppo nel 1982 il bambinello è stato rubato e sostituito, quindi, con una copia.
Il classico albero di Natale è un abete che viene addobbato con luci, palline colorate e piccoli oggetti, ci arriva dal mondo tedesco e risale al XVI secolo.
Babbo Natale proviene, invece, dalla figura storica di S. Nicola di Bari, divenuto in seguito un personaggio mitico e si è diffuso negli Stati Uniti. Ha le sembianze di un anziano, con occhiali, barba lunga e bianca e indossa un abito rosso; reca una gerla sulle spalle colma di doni che recapita, attraverso il camino, ai bambini che – secondo la tradizione – gli hanno manifestato i loro desideri inviandogli lettere nella sua casa in Lapponia. Le sembianze di Babbo Natale sono attribuite allo scrittore americano Clement Clarke Moore. Il calendario dell’Avvento comincia a diffondersi nel 1920 in Germania: all’inizio è fatto di cartone, ora anche di altro materiale; è formato da 24 finestre contenenti 24 cioccolatini, vengono aperte ogni giorno, dal I dicembre fino al Natale. Rappresenta l’attesa, avvento, infatti, viene dal latino “adventus” (attesa) ed è il tempo liturgico di preparazione al Natale.
Il Capodanno è il primo giorno dell’anno nuovo: si festeggia con “botti” e fuochi d’artificio salutando, cosí, l’anno vecchio che se ne va e il nuovo che arriva. Sotto il profilo introspettivo per ognuno di noi è un’occasione per fare buoni propositi e correggere gli errori commessi durante l’anno trascorso augurandoci nel contempo un anno migliore. Tra i rituali apotropaici: indossare biancheria intima rossa, baciarsi sotto il vischio, come segno di felicità e prosperità. Qualche anno fa, si usava, specialmente a Roma, gettare dalla finestra tutti gli oggetti vecchi come a volere scacciare le cose brutte accadute durante il vecchio anno.
L’Epifania si celebra il 6 gennaio per le chiese che seguono il calendario gregoriano, il 19 gennaio per quelle che osservano il calendario giuliano. La parola deriva dal greco antico e significa “manifestazione di qualcosa di mirabile”, mirabile come l’adorazione dei re Magi al bambinello Gesú. Melchiorre, Gaspare e Baldassarre guidati dalla stella cometa portarono in dono oro, incenso e mirra, che simboleggiano regalità, divinità, sofferenza e redenzione. All’Epifania è legato il mito della Befana: una vecchina bruttissima! ma amatissima che, volando a cavallo di una scopa, porta dolciumi e regalini ai bambini, la notte del 6 gennaio, dentro una calza che pende dal camino. In questo periodo, per antica tradizione, a Roma, in piazza Navona, si allestiscono bancarelle che vendono giocattoli e dolciumi. Questa tradizione è oggi, però, accompagnata da molte polemiche. Al di là di tutto crediamo che questo sia un appuntamento magico nella cornice della piú bella piazza del mondo, dove si ricrea, ogni anno – con luci, giocattoli, l’odore dello zucchero filato e delle caldarroste – un’atmosfera natalizia senza pari. Chiudiamo rinnovando a tutti gli auguri di un buon Natale e di un prospero e felice 2020
A cura di Fausto Raso (31 dicembre 2020)
Giornalista pubblicista, laureato in “Scienze della comunicazione” e specializzato in “Editoria e giornalismo” L’argomento della tesi è stato: “Problemi e dubbi grammaticali in testi del giornalismo multimediale contemporaneo”). Titolare della rubrica di lingua del “Giornale d’Italia” dal 1990 al 2002. Collabora con varie testate tra cui il periodico romano “Città mese” di cui è anche garante del lettore. Ha scritto, con Carlo Picozza, giornalista di “Repubblica”, il libro “Errori e Orrori. Per non essere piantati in Nasso dall’italiano”, con la presentazione di Lorenzo Del Boca, già presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, con la prefazione di Curzio Maltese, editorialista di “Repubblica” e con le illustrazioni di Massimo Bucchi, vignettista di “Repubblica”. Editore Gangemi – Roma.