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La “collana” sull’Amore che vi proponiamo, prende origine dall’Opera Omnia “Il sofferto bisogno di amare” e si offre come spunto per le brevi riflessioni video del canale YouTube “infinito presente”. Nessuna velleità di apparire come una guida per vivere meglio ma, soltanto, un’occasione per provare a ritrovare la via, incisa in ognuno di noi, che ci ha permesso di sorridere ogni volta che abbiamo incrociato gli occhi di chi ci ha amato veramente.

In questo undicesimo incontro: “La maledizione di girare in tondo”

Un uomo della Terra, va a trovare il Sole.

“Come vanno le cose, laggiù?” gli chiede il grande astro.

“Bene, mio Signore, tutti ti adorano”.

“Tutti? Ma davvero?”

“Beh, Signore… c’è una donna, solo una bellissima donna, che non si rivolge mai a te con devozione”.

“E chi è?”

“Si chiama Notte”.

“E dove vive, questa donna?”

“In India, mio Signore”.

Il Sole, a quel punto molto incuriosito, decide di recarsi velocemente nelle terre dove sa di poterla incontrare. La donna, però, resasi conto del suo arrivo, fugge via, dall’altra parte del mondo. Il Sole la rincorre e lei ritorna in India. Il Sole, allora, si reca in India, ma lei…

Ed è così che, il Sole, continua, ancora oggi, ad inseguire quella bella donna, senza raggiungerla mai.

Abbiamo concluso il capitolo precedente descrivendo il “passo in avanti” che ci costringe la vita di coppia vissuta in maniera matura equivalente a ciò che succede quando il Padre, “detronizzando” il figlio dalla diade con la propria madre, lo costringe a crescere attraverso il processo di separazione dalle sue “origini”.

Freud chiamava tutto ciò, “superamento del complesso di Edipo” e, come spiega Massimo Recalcati nel suo “Cosa resta del Padre?”, il figlio si vede assicurata la possibilità di sganciarsi dalla palude indifferenziata del godimento e di avventurarsi verso la ricerca in maggiore autonomia.

LA MALEDIZIONE DI GIRARE IN TONDO…

Ritornando al discorso del  “momento di coppia” (peraltro ben spiegato dalla Fisica, che analizza ciò che accade, nell’Universo, dal più “piccolo” al più “Grande” e che è replicato, in noi, dal momento che siamo composti degli stessi costituenti di base, cioè, circa meno di 10 particelle fondamentali, dell’intero Sistema che ci comprende) appare chiaro che, per quanti sforzi si facciano, non riusciremo mai a “toccarci”, con l’altro…

Ed effettivamente, per quanto cerchiamo di entrare in sintonia con la persona che amiamo, non saremo mai in grado di trasmettere i nostri sentimenti per come li generiamo, nella nostra mente e nel nostro cuore.

Quello che, al massimo, ci riuscirà, sarà il provare a far capire, con gesti e parole, ciò che proviamo. L’aderenza alla nostra realtà emotiva, sarà direttamente proporzionale al grado di empatia dell’altro. Cioè, tanto più, chi ci ama, sarà sensibile e concentrato su di noi, tanto maggiore sarà il suo sommovimento emotivo, con un risultato simile a quello di tanti diapason che vibrano insieme, ad una frequenza simile alla nostra. 

Non “la” nostra ma, nella migliore delle ipotesi, “simile” alla nostra.

MA NON SI POTREBBE PROCEDERE IN LINEA RETTA, ANZICHÉ GIRARE IN TONDO?

Albert Einstein, nella sua Teoria della Relatività “Generale”, spiega che, i corpi, non attirano altri corpi (come sosteneva Newton) ma sono in grado (in base alla propria grandezza) di piegare lo spazio all’interno del quale si muovono altri corpi.

In pratica, ponendo come esempio il Sistema Solare, non è che la Terra giri intorno al Sole perchè, quest’ultimo, la attrae con forze invisibili (la gravitazione, ad esempio)… è che il Sole riesce a piegare tutto lo Spazio intorno a sé, costringendo il nostro e gli altri pianeti (a cui sembrerà di correre su una strada lineare…) a girare come dentro la ruota di una roulette dove, o cammini ad una certa velocità (sviluppando un’energia centrifuga in grado di contrastare l’attrazione), o vieni risucchiato, appunto, dallo spazio che si flette verso il centro.

A sua volta, comunque, lo stesso Sole (e l’intero suo Sistema), viene attratto (come se fosse all’interno di un gigantesco mollusco flessibile) dallo Spazio incurvato da masse (galassie, etc.) di dimensioni maggiori delle sue.

LA CURVATURA DEL TEMPO E DELLO SPAZIO NEL RAPPORTO DI COPPIA

Ciascuno dei componenti della coppia, pur avendo la percezione di vasti orizzonti di fronte a sé, in realtà viene attratto dallo spazio che, l’altro (quando è autorevole, ovviamente), riesce a incurvare.

Siccome il rapporto dovrebbe essere (e ce lo chiede la Fisica!) equivalente, ecco che, entrambi, si attraggono e girano l’uno nella “curvatura” dell’altro riuscendo a piegare, in tal modo, anche il tempo percepito

Eravamo insieme. Tutto il resto del tempo l’ho scordato. (Walt Whitman)

POI…

Man mano che, ciascuno dei due, determina un input a crescere, interiormente, verrà ad aumentarsi la distanza del raggio (d’azione), rinforzando un reciproco bisogno di autonomia che, pur mantenendo (se non, addirittura, rinforzando l’unione interpersonale), “prepara” al momento della “condivisione universale” post mortem quando, cioè, si rientrerà a far parte del “Tutto”, sul piano dell’Energia (particelle elementari, atomi, molecole, etc.).

IN PRATICA

Frequentarsi in sintonia ma nel verso opposto (come spiegato nella definizione di “coppia di forze”) produce una sorta di pre annichilazione, generando quell’incontro fra particelle e antiparticelle, che porterà all’equilibrio (“assoluto”?) che avremo, definitamente, una volta dismessa la dimensione umana. Almeno per come la conosciamo.

E SE, NEL MENTRE, NON SI “MATURA” INTERIORMENTE?

Allora, paradossalmente all’inizio, la rotazione sincronizzata aumenterà per quella sorta di incastro nevrotico di cui parla la Psicologia; successivamente si tenderà a schizzare fuori orbita.

Per entrare in altre orbite, volare con un’ala sola in cerca della “giusta” metà… o perdersi nell’Universo “sconosciuto”.

Ma che tipo di difficoltà si incontra?

Partiamo dal fatto che, di solito, quando si è piccoli (anagraficamente parlando), si devono condividere e subire, spazi e prepotenze degli altri componenti della famiglia di appartenenza (fratelli, genitori). Di conseguenza, appena ci si emancipa (andando, magari, a vivere da soli) si cerca di affermare le proprie istanze su quelle degli altri.

A queste condizioni, l’idea di condividere, sacrificandosi nuovamente, qualcosa con un altro, arride solo fino a quando non termina l’effetto “novità”.

Proprio quello che abbiamo provato più volte…

Con una battuta che ho proposto tanto tempo fa, potrei illustrare lo stato d’animo che connota i vari momenti della vita di relazione di un essere umano, partendo dall’adolescenza: “Purtroppo loro (i familiari, soprattutto fratelli o sorelle), finalmente IO (per la libertà conquistata), in un certo qual modo… noi (l’ambivalenza che “tira la giacchetta”, nello stare col partner).

Nell’attesa di scoprire gli altri misteri de “le ragioni del cuore”, salutiamoci con questa particolare riflessione di Romano Battaglia

La vita è fatta di attimi, come questo che stiamo vivendo. Tutto passa ed il presente è solo un soffio che subito diventa passato mentre poco prima era futuro. Noi tutti scriviamo attimo per attimo la nostra storia e ciò che scriviamo, a differenza del tempo, rimane per sempre”.  (Romano Battaglia)

Questo video riassume, semplificandoli, i contenuti finora espressi, offerti con una delicata base musicale. Buona “degustazione”

Arrivederci alla prossima puntata, dal titolo “LE CONSEGUENZE DELL’AMORE, SULLE FUNZIONI CEREBRALI”

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