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Pedagogista e filosofo italiano,

di Jaja egli fu allievo, in quel di Pisa;

il suo maestro era un hegeliano,

ma la sua idea lui non l’ha condivisa.

Critica, infatti, quelle filosofie

che vedono il pensier privo di vita;

perciò si muoverà per altre vie,

anche se sarà dura la salita.

Il pensier, se è solo “pensato”,

è qualche cosa davver di sconcertante,

perché, in quel caso, alluderà al passato.

Per evitare ciò, sarà “pensante”.

Solo così dialettico sarà,

in quanto dell’oggetto produttore;

proprio il soggetto è quello che agirà,

uscendo fuor di sé, senza timore.

Inizialmente, appena ha partorito,

vedrà il suo frutto come uno straniero,

ma capirà, dopo che l’ha esperito,

ch’è parte del suo nucleo per intero.

Avviene, allor, l’identificazione:

soggetto e oggetto saranno in coincidenza;

ciò conferisce al soggetto l’astrazione.

Per superarla, ripete la sequenza.

Per lui il pensiero agisce in tre momenti

e l’Attualismo vien rappresentato:

essi coincidon con gli atteggiamenti

o forme dello spirito animato.

Arte, Religione e Filosofia,

che sono la dialettica dell’Atto,

assumono un valore, tal che sia

un’unica realtà, dunque un compatto!

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