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Salve, sono un’alunna di 14 anni e frequento il Liceo delle Scienze umane, ad indirizzo clinico, dell’ “I.I.S. Lucrezia della Valle” di Cosenza. Quando abbiamo studiato la memoria, abbiamo trattato anche le demenze, tra queste anche quella da Alzheimer, che ho studiato con molta attenzione. Ora capirete perché.

“Mio nonno è affetto dal morbo di Alzheimer. Da ciò che ricordo, è stato sempre un uomo molto attivo e dinamico, innovativo e intraprendente e non si è mai scoraggiato difronte alle difficoltà della vita.

Purtroppo, la malattia lo ha cambiato molto: gli ha fatto perdere una parte dei ricordi, facendogli rimuovere, addirittura, anche alcuni dei momenti più belli della sua vita, lo ha reso meno attivo, sottraendogli energia e autonomia, gli ha trasmesso tanta insicurezza, al punto da fargli provare paura anche verso le persone che lo circondano quotidianamente; non è più capace di fare ragionamenti logici, né di  saper distinguere il vero dal falso. Dalla sera alla mattina sta perdendo, sempre più,  il senso dell’orientamento spazio-temporale, come se dentro di sé si fosse formata una zona d’ombra.

La patologia è stata diagnosticata da poco. Tuttavia, la mia famiglia si era già accorta che c’era qualcosa che non andava: mio nonno non era più quello di prima.

Spesso ha anche sbalzi d’umore, stati d’animo che si alternano: alcune volte vuole uscire, altre, invece,  preferisce restare a casa, dove si sente più sicuro; talvolta fa i “capricci” e a volte, invece,  è più tranquillo; capita anche che voglia, a tutti i costi,  qualcosa o qualcuno; soltanto poche volte sta bene anche da solo.

Ormai, ha bisogno di essere costantemente aiutato.

Ognuno di noi si sta adoperando affinché il decadimento si possa almeno rallentare.

La nostra vita familiare è cambiata, perché abbiamo dovuto riorganizzare la quotidianità. Ciò perché lui non è più autonomo e, dunque, ha bisogno costantemente di aiuto.

Ed è giusto essere sempre presenti, specialmente nei momenti particolarmente difficili.

I nonni sono persone speciali, mettono sempre i nipoti al primo posto.

Sono sempre stati presenti, prendendosi cura di noi.

Ora tocca a noi aiutarli e ricambiare, in parte, quello che loro hanno fatto per noi in tutto questo tempo!”

Adattamento del testo a cura di Maria Felicita Blasi

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