Posted on

Userò solo il suo nome

per parlarne a tutti voi;

non fa rima il suo cognome;

capirete… prima o poi!

Sto alludendo a Federico,

un filosofo importante;

molte cose ora vi dico,

ma non sono tutte quante.

Lui stupì parecchia gente

quando disse che Dio è morto;

anche oggi si fraintende,

ritenendo che sia un torto.

Ma il suo Dio non era quello

cui ci rivolgiamo noi:

per lui Cristo non è bello;

ascoltate, però, voi!

Non allude a un Dio soltanto,

ma la lotta è tra coloro che,

alternando riso e pianto,

dànno vita a un grande coro.

Sono Diòniso ed Apollo:

l’uno “stolto” e l’altro “dotto”,

che, tenendosi dal collo,

la “tragedia” hanno prodotto.

L’arte tragica, ci dice,

di parola e danza intrisa,

è davver la più felice,

però Socrate l’ha uccisa.

Zarathustra è il suo profeta

e lo fa con grande zelo;

è la danza la sua meta

e ha l’aspetto d’un Vangelo!

L’iniziale sua è la “zeta”,

ma la fine non è quella;

per lui l’uomo non è meta:

è soltanto una cordella.

E’ tra “bestia” e “superuomo”,

lui si deve superare;

è per non restare gnomo

che si deve oltrepassare.

La sua vita non è un gioco:

di “potenza” è “volonta”

e non vuole così poco;

essa, poi, ritornerà.

Proprio “eterno” è il suo “ritorno”,

perché il tempo è circolare;

esso gira sempre intorno,

per poterla sublimare!

Della “scienza” cosa dire?

Essa è “gaia”, lieve e bella;

aforismi vuole offrire…

…vuol sembrar proprio una stella!

Del maestro ha contestato

i due mondi separati;

anche Kant (già nel passato),

sì, li aveva già spezzati.

Da follìa egli fu affetto,

preso un po’ dallo spavento;

quando ancor non fu vecchietto,

ci lasciò, nel Novecento!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *