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La “collana” sull’Amore che vi proponiamo, prende origine dall’Opera Omnia “Il sofferto bisogno di amare” e si offre come spunto per le brevi riflessioni video del canale YouTube “infinito presente”. Nessuna velleità di apparire come una guida per vivere meglio ma, soltanto, un’occasione per provare a ritrovare la via, incisa in ognuno di noi, che ci ha permesso di sorridere ogni volta che abbiamo incrociato gli occhi di chi ci ha amato veramente.

In questo quarto incontro: “Voglio lei. E nessun’altra!”

BUONA LETTURA

Chissà perché, quando sono po’ triste o, meglio, quando una certa malinconia avvolge il mio animo senza un motivo preciso, come se mi rendessi conto di dover accettare l’idea di aver perso qualcosa senza averla mai avuta veramente…

Ecco, chissà perché, in simili circostanze, mi viene in mente un film d’amore che contempla ed esalta, al tempo stesso, l’abbandono e la speranza, l’illusione e la solitudine. Con un po’ di rimpianto. “Nuovo Cinema Paradiso”.

Sarà perché l’ho visto quando ero più giovane di oltre vent’anni… sarà, forse, perché è la storia di Salvatore de Vita (il piccolo Totò) che, da Giancaldo (in Sicilia), va a Roma, nella Capitale e raggiunge il successo (come regista, nel mondo dorato del cinema) perdendo la possibilità di appagare, veramente, il suo sogno d’Amore…

Ecco, in tutto ciò, mi “accomodo” tristemente felice. Ed è uno di quei pochi momenti in cui ammetto che la battaglia per vincere, sul senso della vita… potrei non portarla a termine. Capita a anche a me di scoprirmi stanco, sfiduciato, alla ricerca di un giaciglio in cui attendere di essere coccolato.

Come quando ero bambino.

Però, anche nei momenti in cui mi sento stanco e avrei tanto bisogno di una carezza, di uno sguardo dolce o di una parola di conforto, ho imparato che non è bene “consegnarmi” più a nessuno (anche per non caricarlo di responsabilità) ma, semmai, indossare la mimetica antiproiettile, calzare il casco di protezione e ridiscendere in quel campo di battaglia che, a volte, è la vita. 

Ritengo che è così che debba andare.

D’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà ad una tua domanda. (Italo Calvino)

Allora, quando mi rendo conto che, chi sta con me (lui e soltanto lui, per certe caratteristiche che gli riconosco in maniera peculiare e soggettiva) è unico e irripetibile nonostante quegli aspetti che mai avrei immaginato mi piacessero tanto… beh, questa è la prova che ho creato un legame che produce un attaccamento in virtù di tutto un mondo che soltanto io, in quel momento, sono in grado di apprezzare.

Il senso emotivo profondo delle carezze altrui

Nel nostro cervello, nulla è veramente oggettivo: perfino la nostra percezione del tocco di un’altra persona è plasmata da ciò che proviamo verso di essa. Lo ha dimostrato una ricerca (Primary somatosensory cortex discriminates affective significance in social touch PNAS Plus – Biological Sciences – Neuroscience: Aprile 2012) che, analizzando le vie di elaborazione cerebrale dell’informazione tattile e dei suoi aspetti nella comunicazione sociale, ha scoperto che non ci sono due vie distinte per elaborare gli aspetti fisici ed emotivi del tatto.

“Intuitivamente, tutti noi crediamo che quando siamo toccati da qualcuno, per prima cosa percepiamo oggettivamente le proprietà fisiche del tocco: la sua velocità, la sua dolcezza, la rugosità della pelle, e che solo dopo, in un secondo momento, apprezziamo più o meno questo tocco in base di chi ci ha toccato” – dice Valeria Gazzola, ricercatrice italiana già allieva di Giacomo Rizzolatti (uno degli scopritori dei neuroni specchio), attualmente all’University Medical Center di Groningen e prima firmataria del’articolo – “Invece le cose non stanno così. Gli esperimenti condotti hanno infatti dimostrato che questa concezione a due fasi non è corretta, almeno per quanto riguarda la separazione tra le regioni cerebrali coinvolte: ciò che pensiamo di chi entra in contatto con noi, distorce anche la rappresentazione apparentemente oggettiva di com’è il tocco sulla pelle”.

“Niente nel nostro cervello è veramente oggettivo” – aggiunge Christian Keysers, che ha partecipato alla ricerca – “La nostra percezione è profondamente e pervasivamente plasmata da come sentiamo le cose che percepiamo”.

In questo incontro, abbiamo mosso i primi passi nel lento cammino dell’innamoramento. Nel prossimo, ci addentreremo ancora meglio, in quei meccanismi del cuore e del cervello che ci legano all’amore di una donna o di un uomo..

Nell’attesa, proviamo a sognare con i versi di questa “poesia” di Gino Paoli

La Bella e la Bestia

C’è una bestia che s’addormenterà ogni volta che, bella come sei, le sorriderai. È una storia sai, vera più che mai, solo amici e poi, uno dice un “noi” e tutto cambia già. Una realtà, che spaventa un po’, una poesia piena di perchè e di verità. Ti sorprenderà come il sole ad Est, quando sale su e spalanca il blu nell’immensità. Stessa melodia, un’altra armonia, semplice magia che ti cambierà, ti riscalderà. Quando sembra che non succeda più, ci riporta via come la marea, la felicità.

Questo video riassume, semplificandoli, i contenuti finora espressi, offerti con una delicata base musicale. Buona “degustazione”

Arrivederci alla prossima puntata dal titolo: “L’Innamoramento” 

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