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Nell’ultimo trentennio d’Ottocento

diffonde nell’Italia una corrente,

detta Positivismo,  con l’intento

di divulgar qualcosa già esistente.

E, come Spencer, difende molto il “fatto”,

che è realtà in sé, dunque è “divino”;

l’uomo a cambiarlo non è proprio adatto.

Dovrà abbandonarsi al suo destino.

I fatti son studiati dalla scienza,

quella speciale; poi, la generale

indaga i limiti della conoscenza

e ottiene un risultato più normale.

E’ noto: Spencer usa un’espressione,

che indica un sapere limitato,

cioè l’ “Inconoscibile”, questione

che Ardigò, invece, ha rifiutato.

Egli è convinto davver che non esiste

che qualche cosa non si può sapere;

ci parla sol d’ignoto, mentre insiste:

“ciò ch’è nascosto si potrà vedere”

Ha sostenuto che l’Evoluzione,

che qui citata soltanto vi sarà,

avvien dall’indistinto (confusione)

a ciò che, poi, distinto diverrà.

L’Evoluzion non ha finalità,

ma essa è un meccanico processo:

spazio per l’imprevisto vi sarà,

perché il caso qui va pure ammesso!

“Libero arbitrio” è ciò che non conviene,

perché il volere e l’agire umano

sono prodotti di causal catene:

causa ed effetto, che si dàn la mano.

Ogni individuo vien condizionato

dal protocollo della Società

e la Sociologia ha, ormai, accorpato

tutti i princìpi di moralità.

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