Posted on

Pubblicato su Lo SciacquaLingua

PALERMO

Eolico, resort e commercio: un tesoro da 5 miliardi nascosto dai prestanome

Questo titolo, di un giornale in rete, ci ha richiamato alla mente un nostro vecchio intervento sul plurale di prestanome perché è causa di “liti” tra linguisti e vocabolaristi. Lo riproponiamo.

Ancora un sostantivo sul cui plurale i vocabolaristi si accapigliano: prestanome. I vocabolari consultati sono, infatti, in “cordiale disaccordo” e non sono di aiuto. I prestanome o i prestanomi, dunque? Per alcuni dizionari (tra quelli consultati) il sostantivo in oggetto è invariabile (De Mauro, Devoto-Oli, Garzanti, Treccani, DOP, Sabatini Coletti); per il Gabrielli e per il vocabolario Olivetti si pluralizza normalmente; il Palazzi non specifica; lo Zingarelli, infine, “pilateggia” (invariato o  plurale). Chi consulta i su citati vocabolari resta, dunque, completamente “spiazzato”: quale “scuola di pensiero” seguire? La risposta è quella “canonica”: rispettare  tassativamente la “legge grammaticale” pluralizzando il sostantivo. La norma stabilisce ─ come scritto altre volte ─ che i nomi composti di una voce verbale (prestare) e un sostantivo maschile singolare (nome) si pluralizzano regolarmente. Scriveremo (e diremo): Arturo è il prestanome di Giacomo; Sebastiano e Domenico sono i prestanomi dei fratelli Bamboccioni. Il sostantivo in oggetto resterà invariato nel plurale solo se riferito a un femminile: Giovanna è la prestanome; Sofia e Vittoria sono le prestanome. La forma plurale prestanomi, corretta, a nostro modo di vedere, si trova in numerose pubblicazioni.

A cura di Fausto Raso

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *