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Nessuno può toglierci, la gioia di diventare consapevoli di qualcosa, la cosiddetta scoperta. Ma se pretendiamo anche l’onore questo può esserci tolto del tutto, perché di solito non siamo i primi. Che cosa significa scoperta, e chi può dire di aver scoperto questo o quello ?Dopo tutto è pura idiozia trar vanto dalla priorità, perché il non ammettere francamente di essere un plagiario è semplicemente presunzione inconscia.” Goethe

Queste parole di Goethe fanno riflettere su come spesso una intuizione, un problema siano comuni, anche se a livelli diversi, in vari autori che, come uomini esperimentano e vivono la ricerca di sé e contemporaneamente, attraverso sé, conoscono la realtà o ciò che si pensa sia realtà.

In una sua opera, lo scrittore Whyte dice : “Le origini di questo lavoro risalgono agli anni dopo la prima guerra mondiale, quando la psicoanalisi era una cosa nuova e io immaginavo innocentemente che Freud avesse appena scoperto l’inconscio. Ancora non avevo imparato che le grandi conquiste sono di solito il culmine di un processo culturale che si estende nei secoli. Così quando scoprii che Nietzsche aveva espresso molte delle intuizioni della dottrina di Freud venti o più anni prima di lui, rimasi sconcertato e non potei comprendere perché né Freud né i suoi interpreti avessero

menzionato un fatto tanto significativo. Tali anticipazioni mostravano che la mente inconscia non era semplicemente una delle invenzioni di Freud, bensì un passo avanti nella scoperta della verità oggettiva, un modo inevitabile di interpretare i fatti, scoperto indipendentemente per vie molto diverse : l’intuizione di un filosofo e l’attività clinica di uno scienziato.”

A livello di ricostruzione storica, altro studioso della storia della psicoanalisi, Lancelot afferma : “lo sviluppo dell’idea della mente inconscia durante i secoli diciottesimo e diciannovesimo, seguì due indirizzi : da un lato, l’esame scientifico dei fatti dettagliati dei processi mentali inconsci, partendo dai fatti della vita conscia, ( scuola induttiva), dall’altro, l’analisi e la riunione di tutti i processi inconsci, sia individuali che collettivi.

Gli esempi più importanti nell’ambito della filosofia sono Hegel, Schelling, Schopenhauer, Nietzsche.

Questi ed i loro seguaci postularono principi ” dinamici” universali con cui la persona conscia poteva identificare se stessa e le sue emozioni e da cui potesse essere dedotta ogni altra cosa. All’apparente chiarezza del pensiero analitico, preferirono una dinamica del sentimento.”

Parallelismo Nietzsche – Freud

Si concorda con Whyte quando, a livello di excursus storico sullo sviluppo dell’idea della mente inconscia, mette in evidenza come sia stato Freud a giungere alla spiegazione scientifica dei fenomeni osservati fondando la psicoanalisi, ma non è convisibile la sua opinione quando dice che né Freud né i suoi interpreti hanno menzionato le anticipazioni di Nietzsche come precursore delle concezioni psicoanalitiche, questa affermazione, infatti, è confutata da Freud stesso nel paragrafo La a Eros e Thanatos e il disagio della civiltà “……. per molto tempo, (confessa Freud), ho evitato di leggere Nietzsche, altro filosofo i cui presentimenti e le cui intuizioni coincidono frequentemente, in modo sorprendente, con i laboriosi risultati della psicoanalisi, poiché più che interessarmi la priorità, mi importava conservarmi libero da ogni influenza.”

Teorie freudiane.

Come dicono Abbagnano e Fornero, Freud, procedendo nella sua ricerca, giunge a una nuova visione dell’inconscio, “Rifiutando la concezione intellettualistica dell’Io come unità semplice riportabile a quell’unico centro unificatore che è l’Io cosciente, Freud afferma che la psiche è un’unità complessa costituita da un certo numero di sistemi, dotati di funzioni diverse e disposti in un certo ordine gli uni rispetto agli altri, a guisa di metaforici “luoghi” psichici.” 

Nella prima topica psicologica (Topica : Studio dei topoi o luogo della psiche) Freud distingue tre sistemi :

conscio,

preconscio,

inconscio.

Conscio: si riferisce a tutto ciò di cui l’individuo è consapevole, Preconscio: è l’insieme dei contenuti che possono divenire consci con uno sforzo dell’attenzione,

Inconscio :Sfera della vita psichica – spirituale, caratterizzata da contenuti e da impulsi di cui il soggetto non ha consapevolezza e che quindi si sottraggono al controllo razionale della coscienza.

Nella seconda topica elaborata da Freud a partire dal 1920 distingue tre “istanze” : L’Es, l’Io e il Super-io.

L’Es è il “polo pulsionale della personalità” ovvero la forza impersonale e caotica ; Freud ne parla come di “un calderone di impulsi ribollenti” che costituisce la matrice originaria della nostra psiche. Per queste sue caratteristiche, l’Es non conosce “né il bene, né il male, né la morale” ma obbedisce unicamente “all’inesorabile principio del piacere.”

Il Super-io è ciò che comunemente si chiama coscienza morale, ovvero l’insieme delle proibizioni che sono state instillate all’uomo nei primi anni di vita e che poi lo accompagnano sempre, anche in forma inconsapevole : ” Il super-io è il successore e rappresentante dei genitori (ed educatori) che avevano vegliato sulle azioni dell’individuo durante il suo primo periodo di vita ; quasi senza modificarle, esso perpetua le loro funzioni”.

L’Io è la parte organizzata della personalità, che si trova a dover fare i conti con le esigenze di quei tre “padroni severi” che sono l’Es, il Super-io e il mondo esterno. In altri termini, l’Io è l’istanza che si trova a dover “equilibrare” tramite opportuni “compromessi”, pressioni disparate e per lo più in contrasto fra loro : “Spinto così dall’Es, stretto dal Super-io, respinto dalla realtà, l’Io lotta per venire a capo del suo compito economico di stabilire l’armonia tra le forze e gli impulsi che agiscono in lui ; e noi comprendiamo perché tanto spesso non ci è possibile reprimere l’esclamazione : la vita non è facile.”

L’apprendimento di Nietzsche ricevuto in famiglia all’insegna della regola, dell’ordine, dell’obbedienza è ristretto e moralista a causa dell’ambiente limitato, dove tutto ruotava intorno alla religione e ai concetti morali del tempo.

Pertanto, nel grande filosofo, erano presenti, da un alto una forza energetica, scoperta nel suo mondo interiore, che lo fa scrivere, usare parole come staffilate contro la morale, la religione, la società, cioè il suo Es, dall’altro il Super-Io o condizionamenti morali, mutuati dalla famiglia e dall’ambiente esterno. Dall’incontro o, meglio dallo scontro, di queste istanze energetiche si originava un conflitto, da cui derivavano alcune ripercussioni somatiche come il mal di testa, il vomito e la cecità, a dimostrazione dell’intima connessione tra psiche e corpo.

L. Law Whyte, L’inconscio prima di Freud una storia dell’evoluzione della conoscenza umana, Astrolabio, Roma, 1970, pp. 7

G. Reale – D. Antiseri – M. Laeng, Filosofia e Pedagogia dalle origini ad oggi, V.3° Ed. la Scuola, Brescia, 1986, pp. 578,579.

N. Abbagnano, G. Fornero, Filosofi e Filosofia nella storia, V.3° Paravia, Torino, 1992,pp. 461.

S. Freud, Introduzione allo studio della Psicoanalisi, Astrolabio, Roma, 1965.

C. Pozzoli, Nietzsche nei ricordi e nelle test. dei contem. Rizzoli, Milano, 1990.

Oretta Lanternari (23 novembre 2014)

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