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Parlerò di un grande innovatore

che critica il saper tradizionale;

egli ci parla di un metodo-motore,

che colga il panorama naturale.

C’è un nome che ci esprime la sua essenza

(potrebbe essere scritto alla lavagna!);

fornisce a tutti uguale conoscenza

ed esso è detto:  “Instauratio magna”.

Bacon ci parla di un mondo del futuro:

la “Nuova Atlantide” (così ce lo propone);

è molto affascinante (ve lo giuro!)

e al centro di essa dimora Salomone.

Il Gran Filosofo accenna all’inventore,

cioè al maestro, che non resta inerte;

invece, il suo discepolo è un signore

che, grazie a lui, migliora le scoperte.

Contesta egli quelle filosofie

che definisce assai superstiziose;

quella platonica è, per altre vie,

colei che unisce insieme due gran cose:

sono la Scienza e pur la Religione,

che per Bacone, invece, son divise,

ma fra di esse v’è correlazione:

la prima afferma cose assai decise,

ma sol nella seconda troverà

motivazione, in quanto la natura

soltanto Dio la dominerà

e l’uomo è solo una sua creatura.

Il metodo, che gli fa tanto onore,

diviso è in due momenti assai importanti:

“pars destruens” elimina ogni errore,

“pars costruens” fa cose rinnovanti.

Pe iniziare una ricerca pura,

occorrono tre metodi essenziali:

il primo è il  “razionale”, che assicura

che l’intelletto non avrà rivali.

“Empirico” è il secondo ed esso allude

soltanto all’esperienza, ma prepara

il campo al terzo, che, invece, poi conclude

con una sintesi tra i primi due ch’è rara.

Il pensatore cita una teoria,

formata dagli idòla, che son tanti:

son proprio quattro e, come per magìa,

son, per la mente, molto inebrianti.

Ma l’intelletto deve allontanarsi

ed ogni pregiudizio, poi, morrà;

solo col metodo potrà liberarsi,

per non subire più la volontà.

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