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I mesi di Luglio ed Agosto sono consacrati, almeno in Italia, alle ferie estive; ma questa moda ha contagiato moltissimi europei, altrettanti nordamericani e gli instancabili figli del Sol Levante, i quali ultimi, sciamano a frotte tra monumenti, pinacoteche, gelaterie e negozi d’abbigliamento;

quasi tutti, affollano, però, il venditore di invitanti, fresche e rosseggianti angurie.

Ma quale demone occulto spinge milioni di persone ad affrontare estenuanti viaggi in automobile; il più delle volte, costrette a mostruose soste per intasamenti veicolari, sotto la canicola di un sole implacabile che, quest’anno, sembra aver accentuato il proprio martellamento?

Direte: il bisogno d’evasione, o la gioia pregustata, per undici mesi, di un tuffo refrigerante nella località marina prescelta, magari coltivando la segreta speranza di rivedere e rinnovare qualche “Flirt”, canticchiando

“…per quest’anno – non cambiare – stessa spiaggia – stesso mare ….”

Poi ci sono i patiti della montagna, armati di zaino, scarpe da trekking, pantaloncini alla tirolese; impegnati nelle ripide giogaie di boschi e dirupi, ritmando la loro ascesa col passo lento degli alpini; e dopo alcune ore di ossigenanti sforzi, ridiscendono all’ameno villaggio, concludendo la giornata con qualche bevuta, mentre il solito gruppo etnico ti consola al suono de “La montanara hue ! si sente cantare”…. per la milionesima volta;

che se poi, il clima cambia, per come spesso avviene, allora il coretto montanaro te lo sorbisci per una settimana…

I turisti lacustri, invece, sono ancora una minoranza, mentre si va sempre più incrementando il soggiorno presso gli agriturismo; e qui, molti giocano una scommessa: vivremo tra l’olezzare della campagna ubertosa, tra le melodie degli uccelli, o, non piuttosto, tra gli….effluvi del letame, delle mosche e zanzare, con accompagnamento notturno del macinare delle mandibole dei tarli che pasteggiano col vecchio letto di castagno?

Oggi, dopo moltissimi anni, sta mutando la tendenza della vacanza duratura che si protrae per tutto un mese; si preferisce il soggiorno breve di quindici giorni, meglio dieci, se non addirittura una settimana: ma bisogna fare i conti con quelli del fine settimana; quelli del mordi e fuggi !

Una categoria di costoro è la peggiore: quelli che calano con voluttuosa padronanza sulla spiaggia, aprono tre o quattro ombrelloni, tavolinetti vari, freezer portatili, e teglie piene di ogni ben di Dio, ragazzini vocianti, palloni che ti sibilano da ogni parte, ossessivo ritmo di tamburelli e, poi, un tuffo collettivo in acqua proprio mentre stai immergendo gradatamente la schiena accaldata nella fresca onda; e non ti chiedono nemmeno scusa !

A sera, quando gli unni, raccolte le varie masserizie, iniziano il rientro, la spiaggia appare sconvolta dai resti immondi di residui alimentari e cartacei;

lo sbarco alleato del 1944, sulle spiagge della Normandia, fu meno aggressivo…

E così la mente va al passato, quello antico, anzi, arcaico; a quella sana abitudine degli antichi patrizi romani allorché seguivano l’imperatore tra gli ozi di Pompei, di Ercolano, di Capri: era il periodo che veniva indicato come le ferie di Augusto, donde l’attuale termine di Ferragosto; e già, ma allora non c’erano i pendolari e la plebe, tutt’al più, si rinfrescava nel biondo Tevere.

E da allora poco è cambiato, perché i pendolari, gli operai, gli impiegati di quarto livello, hanno, sì, abbandonato i fiumi, ormai degradati a cloache di varia dimensione e tossicità, mentre i patrizi del nostro tempo si rifugiano tra le baie esclusive delle varie coste viola, brava, sarda, tra scogliere di coralli ed esotiche spiagge dorate, al riparo dagli sguardi giustificatamente torvi di chi è costretto a ricevere, anche a mezzo della televisione, l’ulteriore sberleffo del bel mondo con le sue attrici di varia grandezza ….toracica e di altrettanti tondeggianti fianchi.

Ma non è forse meglio riscoprire la propria città, il proprio rione, liberato dai rumori, dai motori e dai vari inquinamenti ?

Assaporare quel silenzio quasi irreale, misurare a vista d’occhio gli spazi architettonici e viali e strade che per tutto l’anno ci sono stati vietati dal mare di auto e moto ? E poter dire:

FINALMENTE SOLI!!!

Giuseppe Chiaia (20luglio 2003)

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