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Mi ritorna alla memoria una notte di molti anni fa. Riempita dalle stelle nel silenzio, immersa nel verde delle pinete e accompagnata dalle curve nella strada di montagna.

Siamo nel pieno dell’estate, ma l’aria è molto fresca a quest’ora, c’è quasi la necessità di mettere qualcosa addosso, sulle spalle. E poi dopo una giornata di sole e di mare è come se la pelle avesse assorbito tutto il calore disponibile, il freddo si fa sentire più vivo.

Come sempre avverto in macchina il solito capogiro alimentato dalla strada tortuosa nei percorsi e probabilmente anche dal fatto che non sono a condurre. Inevitabilmente e immancabilmente ci ritroviamo a dover fermarci, cerchiamo l’angolo giusto ai lati, accostiamo. Per un momento penso che forse è solo una scusa che prende inizio dalla parte più inconsapevole di noi per vivere fino in fondo questo paesaggio. Che veramente è impensabile descrivere!

È buio tutto intorno, nero, solo una debole luce dalla macchina affiancata. Se respiri pienamente puoi incamerare il verde degli alberi, le foglie bagnate dall’umidità della tarda ora. Il silenzio è assoluto, solo se presti bene orecchio ascolti il respiro, il battito emozionato dalla maestosità della natura e in alto il gioco delle stelle.

Ritroviamo la dolcezza nei nostri occhi, sappiamo bene che questo è l’istante da conservare, siamo stretti in un abbraccio denso del calore più intenso.

Vorrei poter rivivere…

Il picco scuro più alto figura in lontananza, sovrastato dal giallo del sole che tramonta e che abbraccia il rosso un po’ attenuato. In alto un blu striato da qualche riga di bianco che appartiene alle nuvole. Questo cielo singolare è sfrecciato dal volo degli uccelli che sembra inseguono un cammino diverso. Sono in tre, due di loro viaggiano vicini e nella stessa direzione, cauti nella loro rotta, si fanno forza l’uno nell’altro. Il terzo vola alto…, solo e sicuro di sé, almeno questa è l’impressione che vuol dare, ma cerca di nascondere un po’ la paura che lo insegue. È per questo che forse ha scelto di andare in un’altra direzione, dove nessuno lo può svelare… A me piace immaginarlo così!

Una luna quasi piena chiama urlando forte il mio nome, è da gustare insieme e da fantasticare. Sono attratta sempre più dalle giornate che non hanno mai fine, che iniziano nella piacevole normalità della consuetudine e finiscono all’alba del giorno dopo fra la tenerezza delle parole e il calore del sentimento. Si trattiene la mano per timore di perdersi e nello stesso tempo ci si respinge spinti dalla stessa paura. Non penso sia la libertà ciò che cerchiamo di difendere esprimendo questa contraddizione, ma non riesco proprio a trovare una risposta che chiarisca.

Alcuni legami si fondano sugli stessi dubbi e si fortificano lentamente, è il tempo il migliore alleato, la percezione la sensazione da non lasciarsi sfuggire, il coraggio nell’affrontare le proprie debolezze.

Non sono immobili né sistemate a caso nel loro letto che le aiuta a rivelare tutta la loro bellezza. Lo splendore incanta, ti senti immerso nella grandiosità dell’universo. Si, perché la percezione che avverti è legata soprattutto all’immensità, quella che non ti fa perdere però, non intimidisce nonostante provi la sensazione di quanto in realtà sei piccolo.

Mi soffermo ad ammirarle, mentre il pensiero raggiunge le persone a me care, quelle che non vivono più nella mia vita forse perché si è allentata la sintonia, quelle il cui affetto era talmente intenso e forte da richiedere una separazione definitiva. Sembra un controsenso, è un po’ difficile da spiegare ma può capitare che guardando negli occhi di chi si vuol veramente bene, si intravedono i dolori vissuti insieme, quelli che fino ad una certa fase hai pensato potessero creare un legame indissolubile resistente ad ogni avversità, ed invece…

Ma in questo istante non è la nostalgia ad avere la meglio su di me. Non esiste una nota in disaccordo con la musica che sento, col piacere che provo emozionandomi anche solo ad osservare, ad immaginare un gioco fra le stelle che nella fantasia si inseguono passandosi la parte più viva del luccichio. In un propagarsi di vitalità e bellezza, nella trasparenza di un bagliore che fondendosi con l’oscurità della notte assume una tonalità fatata.

Fernanda (8 agosto 2007)