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Il modo di essere. Il proprio modo di essere.

Quante volte per cercare una spiegazione ad un modo, ad un comportamento che ci appare fuori dagli schemi cui ognuno è costruito, naturale viene da dire: ognuno è fatto a modo suo.

Ma da dove nasce il “modo suo”?

Da giorni, immersa nelle riflessioni obbligate, l’accento della mia attenzione è rivolto ai sentimenti forti.

Come si misura l’intensità di un sentimento?

C’è una regola ed è legato in qualche modo al proprio modo di essere? Alla strutturazione dell’identità?

Cammino nel verde dell’intorno che mi appartiene ora più che mai. Attenta ad ogni minima variazione della Natura, preludio al risveglio che sta per arrivare e, come sempre, una stretta al cuore: un altro distacco. Si, il problema è tutto là, nella mia incapacità di lasciare andare, anche quando si tratta dell’evolversi naturale delle stagioni. La sicurezza però che ne tornerà un’altra, in qualsiasi momento dell’anno.

Il forte sentimento e la stima.

Una giornata intera trascorsa nel silenzio dei miei ambienti, capolino l’imminente allegrezza e la sensazione del bello che arriverà.

Con dolcezza il mio sguardo si posa sulle cose che ho costruito intorno a me nei tanti anni trascorsi. Il cambiamento è stato radicale, faccio ormai fatica a ricordare come erano le cose un tempo, ma dentro di me, poche sono le cose cambiate.

Con presunzione provo a risolvere un difficile enigma usando l’inchiostro indelebile e non la matita. È un modo di vivere questo che non si può e non si deve cambiare. Vivo ancora a pieno oggi, senza ripensamenti e blocchi, uso la penna e non la matita, non ho bisogno di cancellare nulla, solo poi incasellare ogni esperienza nei vari capitoli della mia vita. Anche quelli che non mi piacciono.

Ho bisogno di sentire il rumore frizzante dell’idrolitina nell’acqua, il movimento che ne deriva, l’allegro scoppiettare delle bollicine sul viso. E da là parte la scintilla che arde sempre, anche sotto le giornate più tristi e che tutti ci siamo ritrovati a vivere.

Orgogliosa del mio sentimento.

Amo con sincerità e passione, senza limiti e blocchi, forse a volte con poca attenzione per me stessa, pur sbagliando. Questo il prezzo che si paga per il forte sentimento.

Non ho mai amato la calma piatta dello stagno non accarezzato da alcun alito di vento, quanto piuttosto gli schizzi veloci trasportati dalle folate sul mare in tempesta. Mi piace guardare le onde allo sbocco e attraversarle con tutto il mio corpo risalendo subito dopo lasciandomi dolcemente trasportare verso l’alto, seguendo la luce.

In ogni cosa che faccio ho bisogno di sentirne il movimento, sarà per questo che ho sempre amato correre, fin da subito da piccola, da quando ho cominciato ad apprezzare il vento nei capelli, l’aria che sfiora il mio viso attraversando i pori della pelle a purificare.

La curiosità, alla base di ogni comportamento, una spinta decisa a voler comprendere il significato in ogni azione, in ogni reazione. Non avrei potuto prestare il mio interesse in altro nella vita se non che nell’interpretazione e scoperta dei processi naturali.

 La mia paura più grande?

Quella di dimenticare, anche quando le cose non sono andate proprio come avrei voluto. Ma, come dice la mia amica Graziella: …qualunque sia il nostro vissuto, abbiamo imparato, grazie a chi ci ha ferito, come non dobbiamo mai diventare.

Fernanda

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