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Il diabete è una patologia causata dall’aumento dei livelli di glucosio  nel sangue,  per un deficit della quantità o dell’efficacia biologica dell’insulina, l’ormone prodotto dal pancreas che regola la quantità di zuccheri nel sangue.

Esistono diverse forme di diabete, ma tutte hanno  in comune la presenza di iperglicemia. 

Il Diabete mellito di tipo 1, che  in molti casi insorge in età giovanile, si manifesta perché il pancreas non produce insulina, in quanto il  sistema immunitario distrugge le cellule pancreatiche, anche definite isole di Langerhans; queste ultime costituiscono una piccola parte dell’intera struttura del pancreas e sono formate da aggregati di cellule che presiedono al metabolismo del glucosio in quanto contengono le beta cellule che producono insulina.

Il Diabete mellito di tipo 2, una malattia metabolica che in genere si manifesta dopo i 30-40 anni e si acutizza con l’avanzare dell’età e in presenza di fattori di rischio, insorge quando l’insulina prodotta dal pancreas non è sufficiente, o non agisce in modo corretto, oppure il nostro organismo non è in grado di utilizzarla  a livello periferico. Tale tipologia è presente nel 90% dei casi di diabete.

Il Diabete gestazionale compare generalmente durante la seconda metà della gravidanza, quando l’insulina della donna è meno efficace, ma si risolve, generalmente,  subito dopo il parto. Tuttavia, le donne affette da diabete gestazionale  hanno, rispetto alle altre, una maggiore predisposizione a diventare diabetiche negli anni successivi al parto, specialmente se dovessero presentarsi altri fattori di rischio.

Esiste anche un diabete mellito adulto ad esordio giovanile (MODY :Maturity Onset Diabetes of the Young), una forma rara di diabete, non autoimmune, caratterizzata da una iperglicemia di tipo erediatario-familiare, che si trasmette facilmente da una generazione all’altra, senza preferenza di trasmissione da padre a madre.

Il più diffuso tra i diversi tipi è quello di tipo 2, ma non bisogna sottovalutare tutti gli altri che, sebbene meno frequenti, sono comunque da tenere sotto controllo, in quanto potrebbero causare seri problemi.

Per far fronte a ciò risulta provvidenziale cambiare radicalmente stile di vita, lasciando spazio all’attività fisica e ad un’attenta gestione delle abitudini alimentari.

E’ stato condotto a riguardo un importante studio, riportato su una rivista scientifica Lancet Diabetes & Endocrinology.

La ricerca è stata svolta su un campione di circa 300 soggetti, tutti in sovrappeso, seguiti per circa due anni, affetti da diabete di tipo 2 da meno di 6 anni, non sottoposti a terapia insulinica. I soggetti sono stati divisi in due gruppi: un gruppo ha ricevuto la terapia standard, l’altro invece è stato sottoposto ad una dieta ipocalorica con soli pasti sostitutivi per 12-20 settimane e una graduale reintroduzione dei vari alimenti nelle successive 2-8 settimane.

I risultati sono stati sorprendenti: l’11% dei soggetti sottoposti alla dieta alternativa manteneva una riduzione del peso di almeno 15 kg e il 36% aveva ottenuto una remissione completa del diabete, senza dover ricorrere, quindi, all’assunzione di insulina.

Analizzando ulteriormente i dati, si è visto come in chi aveva mantenuto una riduzione del peso di almeno 10 kg la percentuale di remissione del diabete saliva al 64%, mettendo ancor più in evidenza l’importanza di controllare la propria composizione corporea per ottenere risultati duraturi.

Molto interessante risulta evidenziare che questo studio è stato condotto in un setting di “cure primarie”, l’equivalente del nostro medico di famiglia; da ciò si evince che le modifiche sono semplici da attuare e non necessitano di sistemi sofisticati.

Dunque risulta evidente che l’alimentazione può non solo prevenire ma anche curare molte forme di diabete di tipo 2, se prese in tempo. Un ruolo fondamentale è svolto dalla prima colazione, che deve essere ricca e soddisfacente, al fine di gestire meglio la glicemia giornaliera ed evitare gli sbalzi tra iper e ipoglicemia reattiva, con conseguente calo energetico, che si verificherebbero, invece, in seguito ad una classica colazione italiana con cappuccino e cornetto.

Si consiglia di comporre la colazione con della frutta fresca di stagione( ricca di antiossidanti naturali), del latte(vaccino o vegetale), dei cereali integrali e della frutta secca(noci, mandorle, nocciole al naturale).

E’ preferibile eliminare zucchero e dolcificanti, poiché provocano, oltre all’aumento di peso, una ricerca spasmodica di zuccheri che rischia di generare notevoli alterazioni alla glicemia giornaliera.

Gli altri pasti della giornata dovranno essere, come la colazione, sempre ben bilanciati. Sarebbe opportuno assumere legumi o cereali integrali(riso, pasta, farro, orzo, quinoa…) insieme con proteine di alto valore biologico (carne bianca, pesce e uova, latticini…) e vegetali freschi, possibilmente di stagione e biologici; ciò consente di avere un livello energetico costantemente in equilibrio, grazie al controllo del livello di zuccheri nel sangue.

Allora …iniziamo a prenderci cura della nostra salute…perché ricordiamo che NOI SIAMO CIÒ CHE MANGIAMO!

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