I caratteristici falò della “Madonna de lo fuoco” rappresentano un’antica tradizione legata alla religiosità popolare, che a Lioni, il mio “borgo natio”, si celebra ogni anno in occasione della festività dell’Immacolata.
È una consuetudine che è stata riscoperta/rilanciata recentemente, sulla spinta delle iniziative promosse dalla Pro Loco. Le tradizioni culturali, civili e religiose, di una comunità, servono a mantenere vivo ed acceso il senso di appartenenza e di identità di un popolo.
Nel contesto sociale e culturale del mio paese, Lioni, mi pare che si sia smarrita da tempo una precisa fisionomia identitaria, uno spirito di appartenenza comune e condiviso. La società di Lioni non presenta legami identitari nutriti di valori, costumi e tradizioni condivise.
A parte l’utile materiale, ossia il profitto privato, poiché Lioni è un centro urbano storicamente animato da una sincera vocazione economica e commerciale e da una dinamicità produttiva. La crisi degli ultimi anni non ha di certo messo in discussione tale “valore” identitario, ovvero l’utile inteso in senso economico. Sgombriamo il terreno da eventuali equivoci.
A me piacciono ed interessano le “contaminazioni”. Nella storia del genere umano si contano varie migrazioni e contaminazioni dei popoli, contatti e scambi tra le differenti culture, incroci e rapporti proficui, da cui hanno tratto origine numerosi progressi e conquiste di civiltà.
L’Italia fornisce un fulgido esempio di tali contaminazioni: attraversata da molteplici popoli, è ricca di contaminazioni.
Noi utilizziamo le cifre dei numeri arabi per operare con i calcoli matematici, l’alfabeto latino per la scrittura, consumiamo cibi di varia provenienza etnica, ascoltiamo musica anche di produzione straniera ed acquistiamo merci e prodotti vari, provenienti dall’estero.
La religione cristiana è un culto sorto in Medio Oriente (Gesù era un ebreo palestinese, ovvero un mediorientale). La prima moneta fu inventata nell’antica Grecia, e così pure altre esperienze ed espressioni dello scibile umano, che tuttora apprezziamo, tra cui il teatro, la democrazia, la filosofia, le Olimpiadi e via discorrendo. Per godere le vacanze alcuni si recano all’estero, nelle regioni più “esotiche” del nostro pianeta. In buona sostanza, tutti noi siamo “cosmopoliti”, magari senza saperlo.
Ma non basta!
Anche nel regno animale e vegetale, gli esemplari meticci sono creature a dir poco “superiori”.
Le culture del genere umano sono il risultato di un insieme eterogeneo di elementi e fattori cosmopoliti, che si sono compenetrati nel corso dei millenni.
Ma i legami identitari e il senso di appartenenza comunitaria si nutrono di usi e di tradizioni locali e di valori particolari, provenienti da altri luoghi e da altre culture.
La memoria storica di un popolo e la coscienza di una identità collettiva, concorrono a progettare e costruire un avvenire migliore, attraverso un disegno condiviso. Altrimenti, se mancano la memoria corale e la consapevolezza critica del proprio passato, non si potrà mai aspirare ad un futuro davvero più dignitoso e più umano.
Lucio Garofalo
Docente