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La fibromialgia è una patologia la cui sintomatologia è caratterizzata da dolori diffusi nei muscoli, nei legamenti e nei tendini, affaticamento, rigidità, disturbi del sonno, alterazione della memoria e dell’umore. Essa è, dunque,  una malattia invalidante, sebbene non sia dappertutto legalmente riconosciuta come tale. Nonostante non esista una cura mirata, possono certamente essere utili, per controllarne o attutirne i sintomi: -l’assunzione di farmaci, che favoriscano il rilassamento della muscolatura e la riduzione dello stress,

-il controllo del peso corporeo, 

-il benessere dell’apparato gastrointestinale.

Un ruolo fondamentale è da attribuire all’alimentazione.

Da alcuni studi è emerso che la carenza di alcune sostanze, o l’eccesso di altre, può favorire la sintomatologia,  o accentuare il dolore muscolo-scheletrico che caratterizza la sindrome.

E’ fondamentale evitare alimenti contenenti zuccheri semplici come saccarosio e fruttosio, tra cui anche le bevande zuccherate, e assumere, invece,  carboidrati complessi come riso, pasta, pane e farinacei che rilasciano lentamente zuccheri nel sangue; ancora più opportuno sarebbe assumere alimenti integrali e privi di glutine e lattosio.

Alcune verdure, in particolare le solanacee (pomodori, patate, melanzane e peperoni), a causa dell’elevato contenuto di istamina, favoriscono l’infiammazione muscolare.

Molti pazienti affetti da fibromialgia ricorrono all’uso della caffeina, presente in bevande e caffè, perché la ritengono un’ottima fonte di energia immediata, pronta a contrastare la stanchezza, senza considerarne la ricomparsa, appena sarà terminato il temporaneo effetto stimolante.

Sarebbe opportuno, invece, assumere alimenti volti ad alcalinizzare l’ambiente intestinale e contenere l’infiammazione; tra questi le verdure in generale, la frutta e, in particolare, i frutti rossi con un elevato contenuto di antiossidanti.

E’ di fondamentale importanza l’assunzione di probiotici e prebiotici per ridurre o fronteggiare la permeabilità intestinale, evitando così che microorganismi dannosi possano intaccare altri organi, causando irritazioni diffuse.

Un ruolo rilevante riveste anche la vitamina D, la cui carenza, secondo alcuni studi, può contribuire alla gravità della fibromialgia, peggiorando stanchezza e disturbi che compromettono la qualità della salute nei pazienti che ne sono affetti.

Sulla base di ciò, nello screening  può essere utile la valutazione dei livelli di vitamina D e la loro correzione per un migliore controllo dei sintomi.

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