Non per me.
Un primo assaggio di vacanze e come ogni anno avverto sempre la sensazione che sono già finite appena cominciate.
Un lungo sguardo trattenuto, a ricordare che ci siamo ancora, che non è possibile dimenticare in questo periodo della vita.
L’uno contro l’altro. La prova più dura è stata questa, ora però, quando ci siamo ritrovati a fare i conti con noi stessi, a raccogliere i pezzi e ricominciare dopo aver capito e consapevolizzato dell’importanza della solidarietà fra esseri umani.
In tre battute. Mi ritrovo a scrivere su tre diversi fogli per tre diversi momenti, per tre diversi progetti. Ma tutti dentro di me, fanno Fernanda insieme: ora, ieri e domani.
Un pensiero di nostalgia mi riporta ad un periodo faticoso, che ricordo con piacere però, quando nella sofferenza iniziava la ricerca in se stessi, di se stessi. E provo il desiderio di riassaporare quel profumo che accompagnava la mia confusione, lo stordimento. Una unica costante la frequentazione dei posti che da sempre mi hanno accompagnato. Un respiro di sollievo, le porte si spalancano e riesco ad entrare in quel passato, nemmeno poi troppo lontano.
Con amarezza mi scontro con l’inseguimento degli obiettivi senza riguardo. Una rincorsa frenetica, sforzandosi senza naturalezza, di non essere presenza ingombrante, fino a quando…
L’oggetto dello scopo non coincide con il proprio desiderio e, senza garbo, si lascia andare, sbattendo però la porta!
Peccato! Così si è sciupato un altro momento bello della vita, del quale era rimasto un delicatissimo ricordo legato all’età dell’innocenza e spensieratezza.
Dove è l’amore in tutto questo?
Brillavamo della stessa luce, fino a quando il desiderio della libertà investì uno di noi e, con la leggerezza della tenera età, lasciò andare, sciupando un istante che avrebbe potuto essere ricordato in altro modo. Complice però l’ingenuità, nel corso dei tanti anni trascorsi, l’ultimo violento gesto è finito nel cassetto delle cose veramente dimenticate ed è rimasto il profumo di un amore bellissimo.
Un grande errore, con amarezza ripeto a me stessa che abbiamo fatto un grande errore. So bene che ora il tempo che trascorrerà non avrà la stessa capacità di cancellare il buio e lasciare solo quello che brillava di luce intensa.
Cerchiamo il pretesto per riprendere la mano. Ricominciare da dove eravamo rimasti, mai quel filo si è spezzato e gli eventi degli ultimi anni lo hanno rinforzato.
Polvere. Uno strato di polvere si deposita nella memoria dei ricordi.
A difficoltà riesco a trovare la sintonia che ha legato, che ha vissuto, alimentata dall’amore e che ha, di contro, determinato l’irreparabile frattura.
Salto fra i pensieri e ricerco.
Soffro nei pensieri e cerco di dimenticare.
Vado avanti.
Un graffio più profondo, questa volta, ad incidere un dolore che si aggiunge e che non potrà essere perdonato.
Mi fermo a riflettere su quanto è stato.
Forse è solo servito a ricordare e che due volte non si può nello stesso modo. Che quando si chiude una porta avviene un processo di trasformazione impossibile da bloccare. Che in 40 anni non è vero non si cambia: si cambia, non si rimane uguali, anche se ci si vive ogni giorno e all’esterno sembra tutto fermo, immobile, uguale.
Fernanda
Biologa CNR, Counselor. Responsabile “gestione area informativa” Progetto SOS Alzheimer On Line