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Questo articolo è stato scritto da un medico specialista ospedaliero che ci ha gentilmente concesso la possibilità di pubblicazione pur preferendo restare anonimo. Ringraziamo per la disponibilità e rispettiamo la sua volontà

L’uomo nasce nell’acqua e, nel grembo materno, si sviluppa nell’acqua; è costituito per la maggior parte di acqua, ne beve durante la sua vita 50.000 litri e ne utilizza per altri motivi indispensabili al suo benessere, quantità 300-400 volte superiori. Per questo, da sempre, I’acqua ha affascinato l’uomo, come testimoniano la sua importanza nella storia ed i riferimenti ad essa in ogni religione; all’acqua sono dedicati i primi versetti della Bibbia: <<….e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque>>.

La scienza moderna ha confermato e sempre più avvalorato l’importanza dell’acqua e dei sali minerali in essa contenuti, per la qualità della vita dell’uomo.

Ricordiamone i motivi principali:

L’ACQUA NEL CORPO

L’acqua costituisce la maggior parte del peso corporeo dell’uomo. Nell’adulto infatti rappresenta mediamente il 60% del peso, suddiviso in acqua intracellulare (cioè dell’interno delle cellule: pari al 45% del peso corporeo) ed extracellulare (che comprende l’acqua che circola nei vasi sanguigni e linfatici e quella che si trova negli spazi tra una cellula e l’altra). Il contenuto d’acqua è percentualmente maggiore nel bambino e nel neonato rispetto all’adulto e nell’adulto rispetto all’anziano.

L’ACQUA E IL CALORE

L’acqua, per le sue particolari caratteristiche, è indispensabile per mantenere il più possibile costante la temperatura del nostro corpo, difendendola da eccessivi aumenti quando la tempertura esterna è elevata o quando aurmentano le combustioni organiche interne per febbre o attività fisica; il “raffreddamento” invece si determina mediante l’evaporazione dell’acqua contenuta nel sudore: da ciò la buona norma di bere quando si suda, per disporre di nuova acqua necessaria a mantenere costante la temperatura del nostro corpo (processo di termoregolazione).

L’ACQUA E LA CHlMICA DLLL’ORGANISMO

L’acqua è indispensabile allo svolgimento di tutte le reazioni biochimiche che avvengono nel nostro organismo, quali la digestione, l’assorbimento degli alimenti e l’attività muscolare.

L’ACQUA COME VEICOLO

L’acqua è il mezzo di trasporto mediante il quale i sali e le molecole organiche raggiungono i vari organi che ne hanno bisogno; l’acqua contenuta nelle urine è il mezzo per eliminare i prodotti del metabolismo non più utili (le cosiddette scorie metaboliche); è bene ricordare che da, questo punto di vista non ha importanza il sudore, la cui evaporazione, come detto, serve soltanto a ridurre la temperatura corporea.

ENTRATA E USCITA D’ACQUA

L’acqua ha un circuito continuo nel nostro corpo; la maggior parte di essa è eliminata con le urine e, per evaporazione, attraverso i polmoni e la pelle. La quantità di tale perdita varia da individuo a individuo in rapporto all’ età, al peso, all’alimentazione, all’attività fisica, alla temperatura esterna e interna, ecc.

E’ stato calcolato che in un giorno si possono perdere anche due litri e mezzo di acqua.

E’ assolutamente indispensabile quindi reintrodurne altrettanta tra acqua come tale e quella contenuta nei vari cibi. L’equilibrio tra entrate e uscite è alla base del nostro benessere, perchè l’uomo ha bisogno di mantenere costanti, per quantità e contenuto di minerali, i liquidi distribuiti nei vari settori dell’organismo.

LA SETE E LA GIUSTA IDRATAZIONE

Alla sensazione del bisogno di introdurre acqua che dà luogo alla ricerca di essa fino all’atto di bere, si dà il nome di “sete”. La sensazione di sete è governata da un “centro” posto nell’ipotalamo (una zona del cervello); esistono nel nostro organismo recettori capaci di quantificare l’acqua presente nei diversi compartimenti dell’organismo anche in rapporto al contenuto di sali minerali. Per esempio, quando si mangiano cibi molto salati senza bere adeguate quantità di acqua, aumentala concentrazione salina dei liquidi che circondano le cellule le quali, per limitare tale aumento, cedono una parte della loro acqua disidratandosi; questa situazione viene registrata da un “recettore” e trasmessa al centro della sete, il quale analizza le informazioni ricevute da tutti i recettori e invia messaggi di bere o smettere di bere.

La sete può essere distinta in “primitiva” e “secondaria.”

La primitiva si verifica in risposta ad una mancanza fisiologica di liquidi. Essa compare quando la perdita di liquidi è di circa l’11% del peso corporeo: se tale perdita non è compensata cominciano ad insorgere stanchezza, senso di oppressione, irritabilità; se la perdita aumenta ulteriormente compaiono nausea, confusione mentale e, per livelli molto elevati, disturbi circolatori e insufficienza renale.

In realtà, nei paesi ad alto livello sociale come il nostro, questa sete “primitiva” è piuttosto rara.

E’ più frequente la sete che abbiamo in rapporto ai pasti, esempio tipico di sete “secondaria” ovvero “anticipatrice o preprandiale”. Questa sete non è indotta da un’effettiva necessità di acqua al momento ma cerca di prevenirla, il che, in definitiva, ci protegge dalla comparsa della sete primitiva. Al di fuori dei pasti è consigliabile che l’apporto di acqua sia distribuito lungo tutta la giornata, indipendentemente dal senso di sete. Questo serve a conservare una riserva idrica ideale utile a contrastare talune patologie, quali le calcolosi renali, e sufficiente a compensare impreviste perdite di acqua evitando così l’affaticamento causato, come già detto, da una disidratazione anche modesta.

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