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Cara zia, è da tanto che non ci vediamo! L’ultima volta  fu quando venni a trovarti a casa tua; rimasi sorpresa vedendo che tenevi  tra le mani una bambolina. In un primo momento pensai che fosse di una delle tue nipoti, ma la mia ipotesi era improbabile, perché a pensarci bene nessuna di loro aveva un’età in cui potesse giocare a fare la mamma. Mentre pensavo tra me e me, cominciasti a cullare quella bambola, che, evidentemente,  per te era una vera bambina. Guardandoti attentamente,  mi accorsi che anche il tuo sguardo era cambiato, come perso nel vuoto. I tuoi occhi, per quanto apparentemente  inespressivi, lasciavano trasparire la tua insicurezza, il tuo non appartenere più a quel mondo, di cui eri stata non solo protagonista, ma anche una forte guerriera. Non accettai quella nuova realtà, non eri più la zia che avevo conosciuto tanti anni fa e che, sebbene acquisita, mi aveva accolta con tanto amore, facendomi sentire, sin dall’inizio, parte della famiglia. Cercai di rivolgerti qualche domanda, nella speranza di sentire ancora la tua voce e per capire se mi avessi riconosciuta. Dopo vari tentativi, finalmente, come se sopraggiungesse da lontano, un’esile vocina si fece sentire, ma le parole che pronunciavi sembrava non avessero senso; ahimè, era proprio così…ciò che dicevi non  rispondeva alle mie domande! Ti presi la mano per accarezzarla, cercando di rassicurarti…intanto cominciai a ripercorrere, aprendo i cassetti della memoria, tanti momenti vissuti insieme. Ricordai quando, in occasione delle riunioni familiari, preparavi i pranzetti per tante persone, le prelibate pietanze, soprattutto quelle fatte in casa, con le tue mani fatate che spesso preparavano l’impasto  per i fusilli. Il tuo ragù, che cuoceva ore ed ore,  emanando quel buon profumo che incuriosiva i tuoi vicini, al punto che ti chiedevano cosa stessi preparando di buono. Le tue provviste, fatte con pazienza e dedizione, che distribuivi a tutti noi. Quanto lavoro nella tua vita! Una vita non facile, ancor di più quando rimanesti vedova e, con tanto coraggio, ti rimboccasti le maniche per gestire una difficile quotidianità, fatta di rinunce e sacrifici. Tutti raccontano di te, mettendo in evidenza la tua caparbietà; non ti sei mai scoraggiata, neanche quando dovevi stringere i denti per sostenere i tuoi figli, rimasti orfani troppo presto. Sempre allegra e sorridente, anche quando il sorriso celava qualche dispiacere, hai sempre creato un clima sereno, dando ospitalità e supporto a chi ne aveva bisogno. Non sapevi cosa fosse la paura.

Ed ora? Dov’è finita quella donna? Forte, determinata, sempre combattiva, ottimista, che vedeva il sole anche quando il cielo era grigio e la pioggia precipitava a dirotto. Tu non lo sai, zia…perché non ne sei consapevole e, forse, per alcuni aspetti, è meglio che tu non sia cosciente di ciò che ti è accaduto! Non lo accetteresti, così come non lo ha accettato nessuno di noi, specialmente  i tuoi figli. Non è facile stare vicini ad una persona cara affetta da Alzheimer, con cui man mano si può interagire sempre di meno, fino a non essere neanche più riconosciuti; si diventa estranei. Per fortuna, le risorse non mancano. Guai se non ci fossero valide iniziative, come quella promossa da SOS Alzheimer, oggi anche on line, che si fanno carico di coloro che vivono questa triste realtà, supportando  i pazienti e anche chi se ne prende cura. La stessa musicoterapia è un’ottima risorsa, di cui tu stessa hai beneficiato, che certamente rallenta il processo degenerativo della malattia. Ricordo ancora quando frequentavi il nostro centro ed eri ben lieta di cantare le tue  canzoni  preferite, che ti ricordavano la tua giovinezza. Avevi anche fatto amicizia con le altre signore che, come te, cominciavano a dimenticare qualcosina. Eravate diventate amiche. I tuoi figli ti accompagnavano e poi tornavano a prenderti, prima che diventasse buio…perché il buio fa paura a chi soffre di questa malattia.

Com’è strana la vita…hai dato coraggio a tante persone ed ora sono gli altri a darlo a te! Il loro amore, la loro presenza, le loro cure, le loro coccole… continueranno a  darti la forza di andare avanti e di percorrere ancora il tuo cammino, sebbene irto e tortuoso. Stai serena, sei in buone mani! Ti mando un forte abbraccio! Ti voglio bene, zia!

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