Dal prof. Aldo Onorati riceviamo e pubblichiamo*
Siamo ormai abituati a certi strafalcioni grammaticali. Prendo spunto da una segnalazione letta nella rubrica – interessantissima – di Fausto Raso, per collegarmi ad un breve scritto che mandai qualche giorno fa, sulla morte dell’articolo determinativo “il”.
Il fatto è che questa specie di pandemia grammaticale ha preso anche l’articolo indeterminativo “un”, per cui non solo sentiamo dire “la tavolo”, ma anche “una tavolo”. Tutto regolare. Non solo, ma l’infezione si è estesa pure nel campo delle preposizioni articolate. Per esempio, invece di proferire “nel legno”, si parla così: “nella legno”, anziché “del territorio, “della territorio” etc.
È un vezzo che alcuni medici spiegano, accollando alla lingua italiana la difficoltà – per sua stessa natura e struttura – di pronunciare da sole le consonanti finali. La sillabazione della nostra parlata è composta, nella sua marca sonora, da una o più consonanti concluse da vocali: da qui la “lingua del canto”.
Questo “spiega”, ma non giustifica, poiché siamo bravissimi a pronunciare l’inglese e le altre lingue con le loro regole ostiche di terminazioni in consonanti. Anzi, siamo portati (credendoci colti) a storpiare anche la pronuncia italiana o latina, modificandola nel suono inglese, come “media”, trasformandolo in “midia”. La verità è questa: ai miei tempi, nella scuola di base, si insisteva sull’analisi grammaticale, sull’analisi logica e poi su quella del periodo.
Poi, alcune riforme “moderne” hanno sfoltito questi “nozionismi”, hanno vietato l’allenamento della memoria, sostituito il far di conto con le calcolatrici portatili, ed ora iniziamo a vedere i risultati di un “analfabetismo di ritorno”, come spiegava il grande Tullio De Mauro: analfabetismo che non solo violenta la lingua di Dante, Petrarca e Manzoni, ma si riflette sul pensiero, perché – come sostengono Leopardi e Foscolo, e molti altri – parola e pensiero si creano insieme, se non addirittura in altro modo, che la parola formula il pensiero.
Sto entrando in un argomento diverso. Resta però il fatto che un bambino, giorni fa, mi disse: “Lo sai che ho segato la rametto?”. Mamma Tv sta facendo grandi doni agli italiani!
A cura di Fausto Raso
Pubblicato su Lo SciacquaLingua
Giornalista pubblicista, laureato in “Scienze della comunicazione” e specializzato in “Editoria e giornalismo” L’argomento della tesi è stato: “Problemi e dubbi grammaticali in testi del giornalismo multimediale contemporaneo”). Titolare della rubrica di lingua del “Giornale d’Italia” dal 1990 al 2002. Collabora con varie testate tra cui il periodico romano “Città mese” di cui è anche garante del lettore. Ha scritto, con Carlo Picozza, giornalista di “Repubblica”, il libro “Errori e Orrori. Per non essere piantati in Nasso dall’italiano”, con la presentazione di Lorenzo Del Boca, già presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, con la prefazione di Curzio Maltese, editorialista di “Repubblica” e con le illustrazioni di Massimo Bucchi, vignettista di “Repubblica”. Editore Gangemi – Roma.