Pubblicato su Lo SciacquaLingua
Quest’espressione di tradizione prettamente popolare – forse poco conosciuta – ci sembra chiarissima. Si dice, infatti, delle persone che, il mattino, si alzano di pessimo umore e sono, quindi, intrattabili, irritabili.
La locuzione si rifà all’immagine di coloro che, nei tempi andati, erano soliti dormire con la cuffia in testa e per via di un sonno agitato e pieno di incubi andava loro di traverso; quando si svegliavano, per tanto, erano di pessimo umore per la cattiva nottata trascorsa.
Il modo di dire si riferisce anche alle persone che – nella mattinata – incorrono in una serie di contrattempi: lasciami stare, questa mattina la sveglia non ha sonato, l’automobile non mi è partita e ho perso l’autobus! Si adopera anche nella variante “svegliarsi con la cuffia storta”.

Giornalista pubblicista, laureato in “Scienze della comunicazione” e specializzato in “Editoria e giornalismo” L’argomento della tesi è stato: “Problemi e dubbi grammaticali in testi del giornalismo multimediale contemporaneo”). Titolare della rubrica di lingua del “Giornale d’Italia” dal 1990 al 2002. Collabora con varie testate tra cui il periodico romano “Città mese” di cui è anche garante del lettore. Ha scritto, con Carlo Picozza, giornalista di “Repubblica”, il libro “Errori e Orrori. Per non essere piantati in Nasso dall’italiano”, con la presentazione di Lorenzo Del Boca, già presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, con la prefazione di Curzio Maltese, editorialista di “Repubblica” e con le illustrazioni di Massimo Bucchi, vignettista di “Repubblica”. Editore Gangemi – Roma.