Arrivò la fase adolescenziale di Kimberly
L’adolescenza è considerata un’età molto particolare per lo sviluppo dell’essere umano, il termine deriva da “adolesco” , verbo latino che significa crescere, infatti è un periodo di mezzo tra l’età del gioco dove si è ancora ragazzini e l’età adulta. Si vedono i primi cambiamenti nel corpo, nella voce, nelle emozioni, tutto questo porta spesso a momenti di crisi esistenziali. Molto eloquenti sono stati a riguardo le due serie televisive cult degli anni ’90, Beverly Hills 90210 di Darren Star e Aaron Spelling e Dawson’s Creek di Kevin Williamson, dove si racconta di ragazzi nei primi anni di liceo, presi con i primi problemi sentimentali, di droghe, di liti con genitori. Anche mia figlia Kimberly purtroppo non fu esente da questi turbamenti dovuti all’età. Spesso i problemi che affliggono i ragazzi si riflettono sulla scuola. Lei frequentava poco la scuola, tant’è che un giorno mi chiamarono dalla direzione per informarmi delle numerose assenze e dei suoi atteggiamenti scontrosi e spavaldi nei confronti degli insegnanti. In quel momento, mi cadde il mondo addosso, pensai nel profondo di non avere saputo darle la giusta educazione, per me era come un fallimento, io che avevo dato tutto l’amore e la protezione che una mamma può dare alla sua creatura, sentivo di non aver fatto abbastanza e di aver sbagliato tutto. Perse l’anno scolastico, ero molto delusa ed arrabbiata con lei e cercai di farle capire gli errori che stava commettendo, la misi anche in punizione per ben due mesi, ma questo non portò giovamenti. Dopo l’estate frequentò la scuola per soli due mesi, ritirandosi poi per iscriversi ad una scuola per parrucchieri. Sembrava la protagonista della canzone di Marco Masini mentre diceva: “ Quando ho smesso di studiare per campare di illusioni sono stato il dispiacere di parenti e genitori ero uno di quei figli sognatori adolescenti che non vogliono consigli e rispondono fra i denti Vaff…..”
Ne feci un vero dramma!
Cercai di farle cambiare idea con ogni mezzo, ovviamente senza successo, cercai di persuaderla, dicendole che una buona istruzione sarebbe servita per avere un futuro migliore, ma lei non cambiò idea, era molto decisa nella sua scelta. Non fu semplice entrare nella nuova scuola, dal momento che i posti erano esauriti, dovette sostenere un esame di ammissione per poter accedere al posto di riserva rimasto. La sua determinazione a voler entrare fu tale, che passò l’esame con il massimo dei voti e si guadagnò il suo posto nella scuola. Era felice, con coraggio e determinazione aveva raggiunto un suo primo grande obiettivo, era gioiosa, allegra, non la vedevo sorridere così da tempo.
Allora capii che probabilmente la strada che voleva percorrere era realmente quella, visto l’impegno che ci mise nello studio ed io dovevo darle questa occasione. Nella pausa estiva, chiesi ad un mio caro amico d’infanzia, David, proprietario di un salone di parrucchieri, di prenderla come osservatrice, lui accettò, ma lo vidi che aveva un sorriso beffardo, pensava tra sé, che mia figlia non avrebbe resistito più di una settimana!!! “Questo lavoro se non lo fai con passione, non potrai farlo mai”, aggiunse. Dopo la sua prima settimana nel salone, Kimberly era felice, riusciva a svegliarsi presto, con entusiasmo si recava al salone e tornava la sera senza lamentarsi per le ore trascorse a lavorare. Come premio ebbe la sua prima paga!!! Io fui incredula, non riuscivo a rendermi conto di quello che stesse succedendo, alla nostra famiglia, finalmente alcune pagine rose, dopo tanti momenti difficili e duri da superare.
Mi recai nei giorni successivi da David e con espressione compiaciuta mi disse: “Dolores, tua figlia è nata con la spazzola e l’asciugacapelli in mano, non ho mai visto nessuno saper usare questi attrezzi senza un minimo di esperienza, è portata per questo lavoro, lasciaglielo fare”.
Mi fidai di lui e del mio istinto, supportai mia figlia in tutto, quella era la sua strada. E così, riuscì a prendere la qualifica come parrucchiera professionista. Fu una vittoria per tutta la famiglia, mia figlia iniziava a darmi soddisfazioni e pensai che forse non ero stata poi una cattiva madre e le avevo insegnato dei valori giusti. Per anni frequentò sia la scuola che il lavoro, insieme a molti corsi di aggiornamento ed oggi è una parrucchiera a tutti gli effetti, amata e richiesta dai suoi clienti.
E arrivò Il tempo delle mele…
“Dreams are my reality, the only kind of reality, Maybe my foolishness is past and may now at last, I’ll see how the real thing can be, Dreams are my reality, a wondrous world where I like to be – I sogni sono la mia realtà, un mondo meraviglioso dove mi piace stare, I dream of holding you all night and holding you seems right, perhaps that’s my reality”, sono le dolci note che fanno da colonna sonora al film francese uscito negli anni ’80 La Boum, dove una giovanissima Sophie Marceau, oltre a dover combattere con la crisi matrimoniale dei suoi genitori, si interfacciava per la prima volta al suo primo grande amore Mathieu… Nel salone in cui lavorava Kimberly, c’era una ragazza, apparentemente molto cordiale e disponibile, ma io intuì sin da subito qualcosa di sinistro nei suoi occhi. Una sera uscirono insieme e lei le fece conoscere suo cugino Manuel, un ragazzo di ventisei anni, che con modi galanti riuscì a far breccia nel suo cuore. Capii che era in una fase di innamoramento e quando seppi che frequentava un ragazzo di dieci anni più grande mi arrabbiai molto ed ero anche molto spaventata, lei aveva soltanto sedici anni, era la mia bambina. Per lei era un ragazzo perfetto, era cotta di lui, non sarebbe stato facile farle cambiare idea.
Le chiesi di incontrarlo…
Accadde per caso, in una calda sera di giugno, dove l’aria profuma d’estate, con i suoi colori del tramonto sono magici, passeggiavo con Francesco sul corso, dove si trovavano anche loro, quando li vidi, mano nella mano, mi battè forte il cuore e mi arrivò in gola, guardai mia figlia negli occhi, con un misto di dolore e curiosità, me lo presentò. La cosa più triste, fu quando io gli strinsi la mano per presentarmi e lui abbassò lo sguardo, non riusciva a guardarmi negli occhi. Pensai da subito che avesse qualcosa da nascondere. Ed effettivamente era così.
CONTINUA…
Francesca Posteraro