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Luci e ombre, questa settimana…


Come le macchine fotografiche possono imprimere le immagini sulla pellicola solo in presenza di luce, così i nostri occhi distinguono i contorni e i colori delle cose solo quando queste sono colpite da una fonte luminosa. Al buio gli occhi riescono appena a riconoscere la sagoma degli oggetti, ma non i colori. Quando invece la luce è scarsa, l’occhio può comunque vedere grazie alla possibilità di dilatare la pupilla, catturando così più luce possibile. La tecnologia ha cercato di superare il limite dei nostri occhi, creando strumenti ottici (binocolo, occhiali, mirini…) a raggi infrarossi, capaci di captare nel buio i raggi di calore emessi dal un corpo o da un oggetto e di trasmetterli all’occhio sotto forma di raggi luminosi.

Alcuni animali, come i gatti, vedono anche nell’oscurità, perchè nei loro occhi ci sono numerose cellule capaci di captare anche i raggi luminosi più deboli e di rifletterli: queste cellule, che formano il “tappeto lucido”, fanno brillare gli occhi del gatto nel buio.

Ma come funziona l’occhio?

Nella parte anteriore dell’occhio sono visibili l’iride (la parte colorata) e la pupilla (il piccolo foro circolare situato al centro dell’occhio). Quando guardi un oggetto, la sua luce riflessa entra nel tuo occhio attraverso la pupilla, supera il cristallino, una lente che permette la “messa a fuoco” dell’immagine, e infine raggiunge la retina, una specie di schermo su cui si ricompone l’immagine capovolta dell’oggetto. Le cellule della retina trasformano i segnali luminosi in segnali elettrici e li trasmettono al cervello tramite il nervo ottico: qui l’immagine dell’oggetto viene raddrizzata e riconosciuta.