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Nella “soffitta della lingua”.


 

Non sappiamo, infatti, quante persone ancora adoperino questa locuzione e quante, di conseguenza, la conoscano. Sappiamo con certezza, invece, che un tempo quest’espressione voleva dire – in senso figurato – “far venire la pelle d’oca”, “far rabbrividire”. I “bordoni”, in questo caso, non sono le “canne musicali” che hanno dato origine al modo di dire “tenere bordone”, vale a dire assecondare qualcuno in imprese generalmente poco corrette. In questo caso i “bordoni” sono i rimasugli delle penne di un volatile che sono state spuntate a fior di pelle. Il medesimo termine è adoperato per indicare le penne nuove, quelle che stanno appena nascendo. Conosciutissima, al contrario, e ancora in uso l’espressione simile “far venire la pelle d’oca”, detto di cose che incutono paura, ribrezzo, orrore e che, come il freddo e i brividi, possono provocare quella particolare alterazione della pelle che diviene simile a quella di un’oca appena spennata.

Fausto Raso