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Pensieri, emozioni, stati d’animo di adolescenti (gli alunni dell’IIS “Lucrezia della Valle” di Cosenza) dedicati ai propri nonni, “testimoni del passato, garanzia del presente ed eredi del futuro”.

Cara nonna, tu e nonno siete stati i miei secondi genitori; sono cresciuta con voi perché mamma e papà lavoravano tutto il giorno.

Man mano che crescevo, avevo sempre paura di perdervi, anche a causa delle vostre precarie condizioni di salute.

A marzo dello scorso anno, per nonno  iniziò un nuovo calvario.

Da quando seppi quello che aveva, mi è crollato il mondo addosso e ogni volta che il pensiero mi sfiorava non facevo altro che piangere.

Ero in piena attività didattica e non potevo distrarmi più di tanto dalle lezioni. Cercavo sempre di darmi forza e dovevo darne anche a mio fratello e ai miei genitori.

Ricordo ancora quando nonno era ricoverato in ospedale e non potevo andare a fargli visita; l’unico modo per fargli sentire che gli ero vicina era la solita telefonata quotidiana.

Anch’io avevo intuito che dopo poco tempo nonno ci avrebbe lasciati, ma la conferma arrivò quando tu chiedesti ai medici di fare un’eccezione e di dimetterlo per il giorno di Pasqua, perché, probabilmente, quella sarebbe stata l’ultima festa da trascorrere con tutti noi.

Nonostante la tua richiesta, non fu possibile farlo tornare a casa, perché le sue condizioni erano molto critiche. Fu  concesso ai familiari di potergli fare visita, ma rispettando le regole e gli orari d’ingresso.

Non dimenticherò mai le parole che nonno mi disse quando entrai io nella sua stanza: “Bella di nonno, mi raccomando…cammina sempre a testa alta” e mi chiese di dargli un bacio.

Feci avvicinare anche il mio cane, autorizzata dai medici, e lui lo accarezzò. Ricordi, nonna?

Quella sera rimasi a dormire a casa di zia e il giorno dopo arrivò la triste notizia: nonno ci aveva lasciati per sempre, aveva intrapreso un altro viaggio; quella volta, però, senza ritorno.

Fu una grave perdita per tutti noi, anche per il mio cane, che nonno aveva portato più volte a passeggio.

Che tenerezza mi faceva il cane, immobile, sotto la bara di nonno…non lo lasciò un solo istante, fino a quando la bara non venne spostata per essere portata in chiesa, per i funerali. Ora nonno ci guarda da lassù e noi dobbiamo esaudire le sue richieste, cercando di restare sempre unite, come lui desiderava!

Francesca (15 anni)

A cura di Maria Felicita Blasi

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