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Pubblicato su Lo SciacquaLingua

Se non cadiamo in errore, tutti i vocabolari consultati – tranne il Palazzi, il Gabrielli, l’Olivetti e il GDU – hanno relegato nella ‘soffitta della lingua’ il verbo denominale salamistrare.

A nostro modo di vedere, invece, dovrebbe riavere il posto che merita in tutti i dizionari essendo voce ‘aulica’ con il significato di “fare il saputello, il presuntuoso, il saccente” (e simili): Giovanni, per favore, quando parli con me non salamistrare.

Leggiamo dal Tommaseo-Bellini: “V. n. ass. Fare il saccente. Buon. Fier. 1. 2. 2. (C) Oh quanti uomini ho io veduti, Or maestri, or censori, or consiglieri, Salamistrar negli esercizii altrui. E 4. 5. 16. Questa donna mi pare una di quelle Donne saccenti, che noi troviam spesso Per queste e quelle case Far delle medichesse, E delle faccendiere, Salamistrando, e che s’odon dir cose Da far muovere a riso i piè del letto”. 

Quanto all’etimologia, come dicevamo, è un verbo denominale derivato dal sostantivo salamistro, formato dall’incrocio di Salomone con salmo (salmista).

A cura di Fausto Raso

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