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Mente e dintorni è una rubrica (nata da una fortunata serie televisiva) che ci porta a curiosare nei meandri della nostra personalità, per scoprirne i segreti e capire i motivi per cui compaiono i disturbi e, ovviamente, prendere rimedio.

Perché, conoscersi e comprendersi, aiuta senz’altro a vivere meglio.

In questa ventiseiesima puntata, ci occuperemo del meccanismo di difesa definito “FORMAZIONE REATTIVA”

Come precisato nelle altre puntate, questo lavoro riguardante i Meccanismi di difesa, si basa su una delle scale di valutazione più rigorose e affidabili (il cui acronimo è “DMRS “): quella di John Christopher Perry, ripresa e approfondita dal prof. Vittorio Lingiardi, nelle sue pubblicazioni specifiche.

“L’immagine di noi stessi non è affatto l’immagine che ci restituisce lo specchio, ma quella che ci rimanda il corpo sociale, le persone che amiamo, che stimiamo, quelle che ci riconoscono un valore; lo specchio che conta è lo specchio che ci restituisce la dignità del nostro essere uomini.” MASSIMO RECALCATI

Chi di noi, nella vita, non si “scontrato” con quel consiglio di antica saggezza popolare che invitava a “fare buon viso a cattivo gioco”, ogni volta che sarebbe stato opportuno evitare di dimostrare apertamente le proprie emozioni?

In simili circostanze, interviene (in chi ha imparato inconsciamente ad utilizzarlo)  il meccanismo di difesa definito di “Formazione reattiva” che si attiva proprio per proteggere l’Io da stimoli ansiogeni o angoscianti , al fine di ridurre la conflittualità intrapsichica e facilitare, in tal modo, la nostra possibilità di rapportarci con l’ambiente esterno.

Potremmo definire la formazione reattiva, come un complesso processo caratterizzato da aspetti apparentemente lineari, che nascondono molta ambivalenza.

In pratica, inconsciamente si sostituiscono pensieri o sentimenti conflittuali con azioni, sentimenti o ideazioni nettamente opposte.

Ad esempio: assumere un atteggiamento gentile ed empatico nei confronti di chi, in realtà, detestiamo o non stimiamo in alcun modo.

Vale, però, anche il contrario.

Cioè, per esempio, nelle relazioni di coppia, un comportamento tendenzialmente aggressivo e svalutante può celare in realtà l’intenzione di avvicinamento all’altro e un legame affettivo sorretto da sentimenti profondi.

Una volta una ammalata mi appioppò un sonoro ceffone. Il mio primo istinto fu quello di renderglielo. Ma poi presi quella vecchia mano e la baciai. La vecchia si mise a piangere.

«Tu sei mia figlia», mi disse.

E allora capii che cosa aveva significato quel gesto di violenza. Di fatto, non esiste pazzia senza giustificazione e ogni gesto che dalla gente comune e sobria viene considerato pazzo coinvolge il mistero di una inaudita sofferenza che non è stata colta dagli uomini (Alda Merini)

Vediamo di portare un esempio di questo tipo anche nel rapporto fra genitori e figli

È possibile (e anche umanamente comprensibile, in base alle proprie esperienze di vita) che, una madre o un padre possano provare un sentimento di rifiuto o di distacco nei confronti dei propri figli. Se la personalità del genitore è intrisa di sensi colpa che non consentono una corretta analisi introspettiva, siccome questo sentimento si scontra con le norme sociali e culturali di amore incondizionato verso i figli, le emozioni ostili verso il proprio bambino possono generare sensi di colpa angoscianti che, tramite l’attivazione del meccanismo di difesa di formazione reattiva, si convertono in un atteggiamento iperprotettivo, per proteggerlo da quei pericoli che potrebbero venir fuori dai sentimenti ostili e che vengono proiettati sul mondo esterno che, a quel punto, viene visto particolarmente pericoloso.

Tale meccanismo è presente, con una certa frequenza, anche nell’età evolutiva.

Ad esempio, possiamo osservare un atteggiamento di cura e protezione di un bambino nei confronti del fratellino nato di recente.

Malgrado l’apparente cura e amorevolezza, ci sono delle “sfumature” in grado di mostrarci sentimenti e pensieri opposti legati alla rabbia nei confronti del piccolo che lo ha privato del ruolo centrale che fino a poco prima ricopriva nel sistema famigliare.

Infatti, osservando con attenzione, noteremo abbracci particolarmente stretti o dondolii (per cullare il piccolo) eccessivamente “energici”.

Se, da una parte, la Formazione reattiva ci protegge dall’angoscia di sentimenti “intrusivi” che non possiamo manifestare, da un’altra, può trasformarsi esso stesso in un ostacolo opprimente.

Un esempio calzante lo ritroviamo nel Disturbo Ossessivo Compulsivo, in cui si adotta una serie di comportamenti miranti al controllo e all’ordine

Un non addetto ai lavori, etichetterebbe tali comportamenti come tratti di personalità tipici di individui tendenti al perfezionismo: In realtà rappresentano strumenti “di protezione” impiegati per tenere a bada i propri impulsi non controllabili altrimenti.

Diagnosi differenziale

Annullamento retroattivo

L’annullamento retroattivo differisce dalla formazione reattiva perché si riescono a percepire entrambe le manifestazioni emotive contrastanti fra loro, in sequenza: la seconda annulla la decisione scaturita dalla prima.

Nella formazione reattiva, come abbiamo visto, si manifesta solo il sentimento “tarocco”, che nasconde quello “autentico”.

Per ridurre il senso di angoscia derivante dalla consapevolezza di vederci fallaci, possiamo accomiatarci con le riflessioni di Massimo Recalcati, che ci faranno accettare la nostra condizione, limitata, di esseri umani migliorabili.

“Il mestiere del genitore non può essere ricalcato su di un modello ideale che non esiste. Ciascun genitore è chiamato a educare i suoi figli, solo a partire dalla propria insufficienza, esponendosi al rischio dell’errore e del fallimento. Per questa ragione, i migliori non sono quelli che si offrono ai loro figli come esemplari, ma come consapevoli del carattere impossibile del loro mestiere.” (MASSIMO RECALCATI)

Con la speranza e l’obiettivo di essere stato utile per conoscere sempre meglio chi incontriamo (soprattutto quando ci guardiamo allo specchio), vi do appuntamento alla prossima puntata, nella quale parleremo di un altro dei meccanismi  definiti “nevrotici”: “Lo Spostamento ”

Questo video riassume, semplificandoli, i contenuti finora espressi, offerti con una delicata base musicale. Buona “degustazione”

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