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Fra l’inferno in terra e il paradiso in cielo;

per mediare le ire presenti e la quiete anelata;

per restare nella propria terra, ma sperare di avere la forza di fuggire;

per vivere, morendo poco a poco;

per cogliere il buono che c’è, e tamponare il resto;

per essere persone pensanti e non strumenti incoscienti;

per fare cambiare le cose, continuando a lottare,

per essere eroi sconosciuti di un destino amaro;

per non essere solo un numero fra tanti, ma tanto fra dei numeri;

per la paura fottuta di trascinare l’amore nell’odio,

per il sonno e la serenità perduta;

per il sonno e la serenità cercata;

per la vita che continua imperterrita a scorrere a dispetto delle nostre paure;

per il giorno in cui fuggi e per la notte da cui fuggi;

per scontare colpe di padri e pensare ai figli.

Per capire, non capire, farsi capire e non farsi capire;

per sperare di essere amati e continuare ad amare;

Per sperare che il purgatorio riscatti l’inferno in terra

E costruisca il paradiso in cielo

Per sperare….

Giacomina Durante  (4 marzo 2017)

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