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Il cibo è il primo veicolo di accettazione al mondo mediante cui capiamo che, qualcuno, si sta prendendo cura di noi. Le esperienze più indelebili , da questo punto di vista, sono quelle vissute coi propri nonni perché nessuno, come loro, è disponibile a dedicarci  tempo, affetto e disponibilità.

Questa rubrica, curata da Maria Felicita Blasi, propone le antiche ricette delle nonne,  attraverso il ricordo dei loro nipoti, studenti dell’IIS Lucrezia della Valle di Cosenza.

In questa quindicesima puntata, si parla delle “Tagliatelle al sugo”

Sapori d’infanzia

Uno dei ricordi più belli che ho della mia nonna materna risale a quando, da piccolo, anche prima della nascita della mia sorellina, il sabato sera, a causa di impegni lavorativi dei miei genitori, dormivo a casa dei miei nonni, dove viveva anche la mia bisnonna, deceduta da pochi anni. Era consuetudine che il giorno dopo, ossia la domenica, venivano anche i miei genitori per gustare la pasta fatta in casa che cucinavamo insieme mia nonna ed io. Preparavamo diverse ricette, ma quella che piaceva molto anche alla mia bisnonna erano le tagliatelle al sugo. Che meraviglia!

Da quando sono cresciuto e da quando “Stellina”, la mia bisnonna, non c’è più, mia nonna ha preparato poche volte le tagliatelle, non perché non ne sia più capace, ma perché era il piatto preferito di sua madre. Da piccolo, pensare di preparare qualcosa per me e per gli altri, mi riempiva di gioia. Ancora oggi mi capita di pensare che quelle tagliatelle al sugo, per quanto semplici, non erano poi tanto banali!

La ricetta

Ingredienti

-Farina

-Uova

-Sale

Preparazione:

Ricordo quella spianatoia piena di farina e quella “montagnella” col buco al centro, nel quale mio nonno buttava le uova; poi il resto toccava a me. Il mio ruolo era quello di impastare, impastare e, ancora, impastare…con le mani appiccicate di farina e uova, fino ad ottenere un panetto perfetto. Poi, quando l’impasto era pronto, arrivava il mio attrezzo preferito: il mattarello, rigorosamente di legno. Mentre stendevo la sfoglia, ero felicissimo e affamatissimo, perché sentivo nell’aria il profumo inconfondibile del sugo. Dopo aver steso la pasta, il mio compito era terminato, anche perché, nella fase successiva, bisognava utilizzare i coltelli ed io ero troppo piccolo per rischiare. Perciò, scendevo dalla sedia di legno, toglievo il grembiule, che indossavo per l’occasione, e me ne andavo in salone, aspettando che le tagliatelle fossero pronte per essere gustate!.

 Giuseppe (16 anni)

A cura di Maria Felicita Blasi

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