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Mente e dintorni è una rubrica (nata da una fortunata serie televisiva) che ci porta a curiosare nei meandri della nostra personalità, per scoprirne i segreti e capire i motivi per cui compaiono i disturbi e, ovviamente, prendere rimedio.

Perché, conoscersi e comprendersi, fa vivere meglio

In questa sesta puntata, “Il tempo, la vita e lo stress”.

Osservare gesti, comportamenti ed emozioni, ha affascinato da sempre chi ha ritenuto che, la complessa macchina umana, fosse attivata da qualcosa di più del semplice metabolismo meccanicistico.

Nel tempo, col progredire degli studi, si è potuto osservare che l’organismo esiste in quanto tre grandi strutture (Sistema nervoso, sistema endocrino e sistema immunitario) dialogano tra loro creando sinergie ed equilibri compensatori.

Come abbiamo avuto modo già di spiegare, la vita comincia all’interno degli atomi del DNA di ogni cellula.

Infatti, le microparticelle (protoni, neutroni ed elettroni) subiscono trasformazioni (dal punto di vista strutturale e di movimento) in base ai messaggi ricevuti dal mondo esterno.

Tali trasformazioni, metaforicamente, vengono “registrate” nella macromolecola del DNA e, a seguito di ciò la cellula, da una parte, elaborerà una strategia operativa e, dall’altra, andrà a costituire l’elemento della catena di tessuti, organi e apparati che lavoreranno in sinergia costruttiva.

È chiaro che, ovviamente, a seconda della localizzazione topografica (dai muscoli alla Corteccia Cerebrale o all’Ipotalamo) gli elaborati saranno via via sempre più complessi.

Come possiamo definire lo Stress?

Accelerazione metabolica psicofisica, con reazione emozionale intensa, che superi lo stato di “tensione”.

Quando si manifesta lo Stress?

Ogni volta che ci si debba adeguare a variazioni considerevoli del mondo esterno (ambientali, sociali, lavorative, familiari, etc.) o del mondo interno (fluttuazioni del tono dell’umore, oscillazione del bioritmo funzionale di organi ed apparati su base “pulsionale”).

Quanti tipi di Stress esistono?

Sostanzialmente due, uno in eccesso e l’altro in difetto, rispettivamente definiti iperstress ed ipostress.

Come è possibile essere stressati in difetto?

Ci dobbiamo rifare alla definizione di stress, data all’inizio. Si parla, infatti, di accelerazione metabolica psicofisica: l’accelerazione, in fisica, indica non un aumento di velocità ma solo una sua variazione, che può avvenire in eccesso od in difetto. L’ipostress determina, ad esempio, la noia

L’ipertstress, è sempre negativo?

L’iperstress viene vissuto in due modi, a seconda che produca attivazioni positive cui noi riusciamo ad adattarci, oppure stimolazioni che, alla lunga, ci danneggiano.

Il primo viene definito eustress (stress positivo), il secondo distress (stress negativo).

Possiamo concludere che, fino a quando riusciamo ad adattarci alle variazioni della vita, produciamo eustress; dal momento in cui cominceremo a subirle, produrremo distress.

Ma, a certe condizioni, lo stress è positivo

Ci “costringe” ad uscire dai rigidi schemi di abitudini che, comunque, limitano le esperienze.

Oltre un certo limite di sollecitazione o, comunque, ogni volta che ci si affanna per correre dietro ad esigenze sociali non corrette, si determina una “disconnessione” tra i 3 grandi “centri di potere” (il sistema nervoso, quello endocrino e quello immunitario.), con ripercussioni potenziali su ogni apparato e gli organi di sua pertinenza.

Per un maggiore approfondimento, potete cliccare qui

Noi beviamo, mangiamo o respiriamo il 90 per cento delle nostre malattie. (Louis Pasteur)

Il ponte di collegamento prioritario fra il mondo delle emozioni (di pertinenza psichica) e quello metabolico organico (a carico degli altri tre apparati) viene creato dal lavoro (sincronizzato o meno) di Corteccia cerebrale, lobo limbico, ipotalamo, ipofisi e sistema neurovegetativo.

Il medico Hans ha distinto tre fasi nell’instaurarsi del meccanismo di Stress

  • Allarme: la mente, dopo aver stabilito le strategie opportune per affrontare l’evento nuovo invia, tramite il sistema nervoso centrale e periferico, messaggi al sistema nervoso vegetativo e, direttamente, all’apparato endocrino, coinvolgendo il sistema immunitario. Si ottiene in tal modo, la massima attivazione di tutti i sistemi.
  • Resistenza: la fase precedente, accelerando il metabolismo globale, aumenta la quota di prodotti di rifiuto da smaltire, crea i presupposti per la produzione di “radicali liberi” e pone le basi per focolai di infiammazione diffusi. Diventa necessario aumentare la produzione di ormoni antiinfiammatori e meccanismi antiossidanti per resistere nel tempo, al superlavoro.
  • Esaurimento: si determina dopo ogni lungo periodo di attivazione stressogena, per depauperamento delle riserve globali e per intossicazione metabolica; si instaura, ovviamente, un quadro di drastica riduzione della capacità di adattamento per riduzione critica delle risorse.

Per dare maggior senso all’argomento che stiamo trattando, partiamo dalla relazione che intercorre fra la vita e il tempo, definendo col termine “vita”, tutto quello che ci riguarda (vicende, esperienze e vicissitudini) dal momento del concepimento fino alla morte e con “tempo”, quell’unità di misura che ci consente di scandire i vari momenti della nostra esistenza.

Il renderci conto che la vita è limitata nel tempo, ci porta ad accelerare le nostre azioni, quasi per prendere il tempo dalla coda, man mano che l’età procede sul quadrante anagrafico e biologico. La presunzione di pensare che riusciremo in una simile impresa, determina quadri di stress che tendono a cronicizzarsi.

Quello di cui siamo maggiormente affetti, è lo scorretto rapporto fra tempo, problemi ed energia a disposizione.

Molto spesso (in base al tipo di personalità che ci ritroviamo), questo deriva da una cattiva programmazione e un’organizzazione non adeguata.

Aggiungiamo, poi, la superficialità che “accompagna” il modo di pensare di molti di noi e la presunzione di ottenere tutto, “a basso costo”… ed ecco che la convinzione di dovere portare a termine gli impegni nel più breve tempo possibile ci appare di fronte, come la nostra immagine allo specchio, ogni mattina.

Ma, siccome ogni giorno della vita, ci pone di fronte problematiche da risolvere e, inoltre, se non avessimo nulla da svolgere, durante una giornata, finiremmo con l’annoiarci e cadere in depressione, ecco che diventa fondamentale imparare bene il concetto relativo al sapersi godere i risultati raggiunti apprezzando, soprattutto, il sentiero percorso: questo consente di dare uno scopo alla vita, anche quando sembra che, come in canzone di Vasco Rossi, uno scopo non ce l’abbia!

“Giunti al termine di questa nostra vita, tutti noi ci ritroviamo a ricordare i bei momenti e dimenticare quelli meno belli e, ritrovandoci a pensare al futuro, siamo assaliti dalla paura di non farcela. Ma la nostra esistenza ci sfugge senza che ce ne accorgiamo e quindi, se per caso vi sentirete depressi, alzate lo sguardo al cielo e, osservando le stelle, immaginate una vita degna di essere vissuta” (ROBIN WILLIAMS – Jack Powell)

In conclusione, sono importanti i progetti a breve, medio e lungo termine, in quanto ci evitano di perdere il filo conduttore delle nostre giornate. 

È più importante, comunque, ricordarsi che non si vive nel “prima” o nel “dopo”… si è vivi, nel “durante”!

Questo video riassume, semplificandoli, i contenuti finora espressi, offerti con una delicata base musicale. Buona “degustazione”

Arrivederci alla prossima puntata che avrà per titolo: “i segreti della nostra Personalità”

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