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Mente e dintorni è una rubrica (nata da una fortunata serie televisiva) che ci porta a curiosare nei meandri della nostra personalità, per scoprirne i segreti e capire i motivi per cui compaiono i disturbi e, ovviamente, prendere rimedio.

Perché, conoscersi e comprendersi, fa vivere meglio

In questa quinta puntata, “i danni psicologici nella Società del Post COVID”.

“Quando considero la piccola durata della mia vita, assorbita dall’eternità che la precede e che la segue, il piccolo spazio che io riempio e che vedo, schiacciato dall’infinita immensità degli spazi che io ignoro e che mi ignorano, mi spavento e mi stupisco. Per ordine di chi, questo tempo e questo spazio mi è stato destinato? (Pascal – Pensieri)

Questa riflessione del grande Filosofo Matematico francese Blaise Pascal ci lascia trasparire il nostro rapporto con ciò che è più grande di noi e che, per questo, non riusciamo a comprendere e ci genera Angoscia, come spiegato nella prima puntata di questa serie: “l’incontro con l’Angoscia”.

Ci siamo lasciati, la scorsa volta, osservando, insieme, quali sono i pilastri su cui manteniamo il nostro stato di salute

Ma… qual è la realtà percepita?

Necessariamente dobbiamo tornare a prima che il mondo cambiasse (in peggio, purtroppo) per via di quella “Globalizzazione” di Pandemia che abbiamo imparato a conoscere, prima col nome di SARS COV 2 e, poi, con COVID 19

Ebbene, siamo passati dagli epici momenti della resistenza e della speranza (con le immagini della Patria rappresentata da un sanitario donna che ci abbracciava, tutti, simbolicamente) dell’Andrà tutto bene! dei primi istanti, al logorio della paura che ognuno potesse contagiarci, fino allo smarrimento e alla ribellione di fronte di fronte alle ulteriori limitazioni nonostante i vaccini.

Tutto questo, in cosa si è trasformato, sul piano della nostra salute mentale (e fisica)?

“Anche la salute mentale, non solo quella fisica, è a rischio a causa della pandemia di coronavirus. L’isolamento, la paura, l’incertezza, le turbolenze economiche hanno gravemente colpito la salute mentale e il benessere di intere società e sono una priorità da affrontare con urgenza” (Devora Kestel, direttrice Dipartimento Salute Mentale Oms)

Da questa dichiarazione del 2020 ad oggi, aggiungendo guerre in corso l’instabilità economica e sociale e tutte le altre notizie angoscianti che provengono da ogni dove, molto di questo presagio si è manifestato fino ad arrivare ad una valutazione di oltre un miliardo, nel mondo, di persone con profondo disagio psichico “accertato”

L’ordine nazionale degli psicologi, in Italia, ha toccato con mano la presenza di

  • Sindrome da stress post Traumatica – PTSD (Ansia, depressione, disturbi del sonno, conflitti relazionali, ossessioni, D.P.) con una netta prevalenza nella popolazione femminile per via dei multi ruoli sociali ricoperti e del carico di responsabilità
  • Lutto mutilato (non dimentichiamo l’impossibilità di prendersi cura dei propri cari ammalati e deceduti nelle strutture sanitarie, che ha reso molto difficile il meccanismo di elaborazione del Lutto)
  • Angoscia di morte
  • Paura & regressione emotiva
  • Confusione mentale & paranoie

A questo punto, cosa possiamo fare per salvaguardare ciò che resta della nostra salute mentale ed, eventualmente, recuperarne un po’?

Torna in mente un concetto di cui si è abusato negli ultimi anni ma che va riconsiderato in tutta la sua utile realtà:

La capacità di far fronte agli eventi traumatici, riorganizzandosi e ricostruendosi ma restando sensibili alle opportunità, senza perdere la propria Umanità

Cioè, la Resilienza

Ora, siccome i fattori che influiscono su resilienza o decadimento riguardano il comparto genetico, l’ambiente (nel quale respiriamo, mangiamo, beviamo e ci relazioniamo)e, in ultimo, ma non ultimo per importanza, lo stile di vita e di Pensiero…

Ecco che

Non potendo cambiare più di tanto le cose del Mondo, più di tutto conta chi siamo e cosa diventiamo, nel tempo.

Il neuroscienziato Erik Kandel (premio Nobel nel 2000) ha sempre sostenuto che l’apprendimento produce alterazioni nell’espressione genica, creando modifiche biologiche e comportamentali.

Dobbiamo immaginare il DNA come un lungo capello avvolto in più bigodini. La porzione di capello contenuta in ogni rocchetto, equivale a un gene.

Ogni volta che si srotola, il contenuto “scannerizzato”, determina porzioni di vita dentro di noi

Noi nasciamo con un sistema di lettura perfetto che, le esperienze (soprattutto quelle traumatiche), scombussolano.

Tocca alla nostra mente riportare in equilibrio il sistema che, quindi, sarà resiliente in funzione direttamente proporzionale a quanto saremo disponibili (come diceva Bergeret) al “gioco abbastanza elastico tra la ricerca del piacere e il senso di responsabilità”, che dipende dall’ Organizzazione e dal funzionamento della Personalità.

Sempre maggiori studi dimostrano come, anche il cervello di un adulto avanti negli anni, possa mantenere o recuperare un livello di plasticità simile a quello dell’età giovanile se viene esposto a un ambiente ricco di stimoli positivi e sostenibili

“Credo di essere innamorato della curiosità in sé stessa. Non mi accontento mai, la mia mente non è mai ferma. Amo il fatto di essere nato curioso e sono convinto che a tutti sia stato dato il medesimo dono, che poi è il senso dell’essere longevi. Più anni abbiamo a disposizione più possiamo imparare e conoscere” (Umberto Veronesi)

Il “miracolo della Telomerasi”

Il mito dell’eterna giovinezza si nasconde in un enzima chiamato telomerasi. “I topolini avevano un’età che può essere comparata agli 80 anni di un uomo. Dopo l’esperimento, avevano invece l’aspetto fisiologico di un giovane adulto“,

Questo è stato l’annuncio pubblicato sulle maggiori riviste scientifiche internazionali, nel lontano 2011 relativamente al risultato di esperimenti del 2010.

L’enzima telomerasi ripara i cappucci che proteggono, alle estremità, i cromosomi e che si chiamano telomeri. Controllare la produzione di questo enzima, porterebbe al mantenimento dell’efficienza dei Cromosomi e impedirebbe alle cellule tumorali di replicarsi.

In laboratorio sono stati utilizzati farmaci a base di Estrogeni, in Natura, invece, ci pensa il meccanismo di base epigenetico a produrre telomerasi.

La psiconeuroendocrinoimmunologia, ci spiega che, in funzione del piacere di vivere, stimoliamo l’azione di ciò che serve per durare a lungo.

“…la ricerca del proprio essere, la scoperta della vita che si ha bisogno di vivere; può essere una delle armi più potenti contro le malattie” (Lawrence Le Chat)

Vi ricordate di Agostino?  Il Fish Parrot di cui vi avevo parlato nella prima puntata?

Quello che si stava lasciando morire per essere stato abbandonato da chi credeva di essere un suo fratello umano?

Ebbene, per quanto strano possa sembrare, insieme all’amico che lo aveva temporaneamente ospitato, abbiamo messo in atto (nei suoi confronti) un’azione di cure maternali e di attenzioni e,  dopo qualche settimana, come per miracolo (che la Scienza ci spiega) è tornato a sorridere e a far festa a chiunque andasse a trovarlo. 

È passato tanto tempo da allora ma, a me, piace immaginarlo mentre nuota libero e felice insieme a tanti altri “Agostino”

“Ciascuno di noi viene sulla Terra per una breve visita, senza sapere perché; però, una cosa sappiamo per certo: l’uomo è qui per il bene degli altri uomini, soprattutto di quelli dal cui sorriso e dal cui benessere dipende la sua felicità” (Albert Einstein)

Questo video riassume, semplificandoli, i contenuti finora espressi, offerti con una delicata base musicale. Buona “degustazione”

Arrivederci alla prossima puntata che avrà per titolo: il tempo, la vita e lo stress

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