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Mente e dintorni è una rubrica (nata da una fortunata serie televisiva) che ci porta a curiosare nei meandri della nostra personalità, per scoprirne i segreti e capire i motivi per cui compaiono i disturbi.

Perché, conoscersi e comprendersi, fa vivere meglio.

In questa seconda puntata, osserveremo quali sono le basi su cui si costruisce  il carattere e cercheremo di capire, quindi, cosa ci rende più o meno resilienti di fronte ai fatti della vita.

Ci siamo lasciati, nella scorsa puntata, chiarendoci un po’ le idee sui momenti in cui l’angoscia ha imparato a farci compagnia. Ovviamente, nel prosieguo del nostro cammino, ci occuperemo di capire come si affrontano sia l’ansia che l’angoscia

Ma, per ora, è importante osservare altre priorità

Cosa accade, durante il nostro percorso di crescita?

APPENA USCITO DAI CAMBIAMENTI DELLA NASCITALA SIMBIOSI CON LA MADRE

il neonato entra, con la madre, in una intensa relazione che serve (almeno all’inizio) a mantenere un accordo perfetto nel quale, insieme (madre e bambino), è come se si calassero nelle acque “amniotiche” di un lago senza increspature.

Tutto ciò mira a ridurre fortemente qualsiasi tensione, o disturbo, capace di intorbidire questo rapporto idilliaco (serenità narcisistica ideale) che non cerca e non vuole separazioni e che crea una simbiosi fra i due (madre e bambino).

DA ZERO A DODICI MESI DI VITA: FASE “ORALE”

In questo periodo, il bambino (portando tutto in bocca) è come se si “unisse” agli oggetti che lo circondano. Se qualcosa dovesse interferire con questa naturale “esplorazione del mondo”, si creerebbero dei blocchi psicologici (per inibizione ad “aprirsi” all’esterno) che potrebbero creare una condizione di passività (per frenare l’angoscia) capace di portare verso situazioni di dipendenza (alcolismo, tabagismo) o di discontrollo pulsionale (logorrea, bulimia)

DA DICIOTTO A TRENTASEI MESI DI VITA: FASE “ANALE”

È questo il momento in cui, il bambino, comincia a dare importanza al rapporto con le proprie “emissioni” fecali che vive come qualcosa di sé che va via da sé, lasciando un “senso di vuoto”.

In base a come si relazionerà con i genitori abbiamo tre possibili scenari:

  • inizierà la sperimentazione del principio di autonomia (“controllare” il momento dell’evacuazione senza più bisogno dei pannolini) perché, attraverso l’autocontrollo si crea lo spazio di AUTONOMIA e AUTOAFFERMAZIONE
  • oppure (per esempio in caso di eccessivo disinteresse genitoriale) vivrà male il momento in cui ancora si accorge di non controllare la situazione e, da grande, potrà manifestare (sul piano caratteriale/comportamentale) fin dall’adolescenza, disordine e senso di irresponsabilità;
  • o, in alternativa, (per esempio, in presenza di genitori un po’ troppo ossessivi) produrrà, nel tempo, una “fissazione ritentiva ossessiva” con la tendenza ad un eccessivo controllo e ordine, da adulto, nella vita di tutti i giorni

DA TRE A SEI ANNI DI VITA: fase del “complesso di Edipo” in cui entra in scena, prepotente, la figura del “Padre”

A proposito di Padre (e di frustrazioni costruttive), la Psicoanalisi ha celebrato questo “ruolo” (o, per meglio dire, “funzione” che, in quanto tale è priva di connotazione di “genere” ma è fondamentale e complementare a quella materna) attraverso il meccanismo Edipico, ben sintetizzato dai “tre tempi” dello psicoanalista Jacques Lacan.

Il primo tempo, della confusione simbiotica fra Madre e Bambino, con la prima che tende (simbolicamente) a voler riportare dentro di sé il figlio e, quest’ultimo, che la vorrebbe (altrettanto simbolicamente) “vampirizzare”…

Il secondo tempo, dell’apparizione traumatica e “interdittiva” della parola del Padre, che (simbolicamente) “risveglia” la diade madre – bambino dal “sonno incestuoso” con due “moniti” ben chiari: uno rivolto alla Madre (“Non puoi divorare il tuo frutto!”) e uno rivolto al figlio (“Non puoi tornare da dove sei venuto!”) che non mortificano tale relazione ma la liberano da perversioni incestuose…

Il terzo tempo, della “donazione” paterna, che si pone a cavallo fra il “Desiderio” e la “Legge” rendendo possibile, nel figlio, la creazione di binari di regole non imposte ma capite e accettate

La “parola” paterna, però, non gode di un’autorità autonoma ma necessita di un riconoscimento autorevole della madre che la valida (o meno) attraverso come la spiega al proprio figlio.

In assenza dell’impronta paterna, il figlio avrà difficoltà a capire e accettare le regole sociali e vivrà perennemente in conflitto, “subendole” o “contestandole”

FASE DELLA LATENZA (FINO ALL’ADOLESCENZA)

Momento di apertura al mondo esterno, con meccanismi che conducono verso nuove “mete”…

FASE DELL’ADOLESCENZA

Preparazione alla maturità dell’adulto, attraverso la fase dei conflitti intergenerazionali che predispongono ad un maggior investimento emotivo verso il mondo esterno e che determina una specie di consuntivo globale per la strutturazione e la “cristallizzazione” della personalità, nelle sue caratteristiche fondamentali, sul piano dell’Organizzazione e del suo Funzionamento

Da questa sintesi delle tappe evolutive ci siamo potuti rendere conto di quanto sia delicato e complesso quello che, ad una visione superficiale, sembrerebbe semplice e naturale.

E da tutto questo, dunque che viene fuori quella sceneggiatura della base caratteriale che, se non capita, come ha spiegato Jung, prende il nome di destino.

Per salutarci, niente di meglio che le profonde di riflessioni di Ivano Fossati in “Mio fratello che guardi il mondo:

“Sono nato e ho lavorato in ogni paese e ho difeso, con fatica, la mia dignità. Sono nato e sono morto in ogni paese e ho camminato in ogni strada del mondo, che vedi. Mio fratello che guardi il mondo e il mondo non somiglia a te…

Mio fratello che guardi il cielo e il cielo non ti guarda, se c’è una strada sotto il mare, prima o poi ci troverà. Se non c’è strada dentro il cuore degli altri, prima o poi si traccerà”

Questo video riassume, semplificandoli, i contenuti finora espressi, offerti con una delicata base musicale. Buona “degustazione”

Arrivederci al prossimo incontro, che avrà per titolo: “da vicino, in fondo, nessuno è  normale ”

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