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Questa è la nona puntata del percorso fatto di ricordi, sensazioni, riflessioni, stati d’animo di chi ha trascorso gran parte della propria vita accanto a un genio ribelle (e incompreso) del mondo della psicoterapiaGiovanni Russo

28 giugno 2023

 Questa serie di articoli, intitolati “I Diari di  Oretta “ Sono impegnativi per me, ma allo stesso tempo molto stimolanti.

Ci vuole poco perché la mia memoria venga sollecitata, basta un odore, un panorama, persone che incontro e luoghi che visito.. ed ecco che scattano i ricordi.

Quello di cui voglio parlare in questo capitolo sono le vacanze, quelle che Giovanni pianificava tre volte all’anno per staccare dal suo lavoro. Il lavoro svolto da mio marito era complesso, intenso, stancante.. Fare colloqui di psicoterapia significa ripercorrere le varie fasi della propria vita con tutto ciò che ha comportato.. momenti positivi ma anche tanto dolore, sofferenza, difficoltà, insomma momenti bui che l’analizzato spesso descrive con dovizia di particolari al proprio psicoterapeuta.. e, dunque, accade che chi parla si scarica, chi ascolta se non si scherma si carica di contenuti spesso negativi.. Il dott. Russo sapeva che i colloqui d’analisi potevano essere tossici per lui.

D’altronde l’efficacia e l’utilità di questo lavoro consiste proprio nel mettere a disposizione delle tecniche che consentano a chi è in difficoltà di prendere coscienza delle proprie problematiche e di essere aiutato a superarle.

Ma le parole sono pacchetti di energia che vengono veicolate da una persona all’altra .. Come fa lo psicoterapeuta a non farsi sopraffare ed a liberarsi di questa energia?

La metabolizza con strategie varie : una passeggiata all’aria aperta, uno spuntino o una chiacchierata, o il dedicarsi allo studio.

Un altro modo era pianificare alcuni tipi di vacanze.

La prima vacanza per me e Gianni era quella del periodo delle feste  pasquali e la scelta ricadeva sulle terme di Montecatini.

Una scelta appropriatissima per depurare l’organismo ed alleggerire la mente!

Al mattino si andava alla fonte, a bere le acque termali che davano come effetto, la disintossicazione dell’apparato gastro intestinale.

Nel pomeriggio, invece, ci si recava alle grotte  di Monsummano, poco distante da Montecatini.

Si faceva un percorso molto articolato. Con il costume si entrava nelle vasche calde con idromassaggio, che permettevano la dilatazione dei pori, che preparavano alla prova successiva.

Poi si faceva un percorso in un paesaggio dantesco, si scendeva gradatamente nella grotta naturale, dove si potevano ammirare stalattiti e stalagmiti e bagnarsi in vari ruscelletti.

La prima tappa era definita il paradiso cioè con poco calore, poi man mano che si scendeva si arrivava nel purgatorio, dove si registrava un aumento graduale di calore e poi infine si arrivava all’inferno, dove c’era l’ambiente, così detto sudatorio.  Si sudava, eccome se si sudava! Gli indumenti erano composti da un camice bianco e un mantello di panno verde che in quel luogo veniva tolto.

Erano vacanze non scelte a caso, perché l’obiettivo era liberarsi il più possibile di tossine accumulate, ed il sudore serviva proprio a questo.

Alla fine si risaliva e il personale metteva a disposizione camici asciutti e caldi, poi si raggiungevano le docce, dove getti di acqua calda completavano il tutto.

Questa fantastica esperienza, Giovanni l’ha voluta far vivere anche all’intero gruppo scuola, infatti le terme sono state scelte come luogo di uno dei seminari di studio.. gli effetti, come si può ben  immaginare, furono stati entusiasmanti

Alla prossima.

Oretta Lanternari – Pedagogista

Adattamento del testo: Mariella Cipparrone

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