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Questa è la terza puntata del percorso fatto di ricordi, sensazioni, riflessioni, stati d’animo di chi ha trascorso gran parte della propria vita accanto a un genio ribelle (e incompreso) del mondo della psicoterapiaGiovanni Russo

Roma 4 Febbraio 2023

La motivazione che mi ha spinto a parlare della mia vita con Giovanni Russo, della sua teoria e della sua applicazione pratica, risiede nel fatto che ci fu un coinvolgimento totale da parte mia. Per spiegarmi meglio, prendo spunto dal titolo di un articolo del 22 /01/2023 pubblicato dal Dott. Giorgio Marchese intitolato “Come nasce un amore” e relativo alla creazione da parte del dott. Giovanni Russo della sua “La Teoria”, venuta alla luce per la perenne ricerca di risposte e di spiegazioni.

Io ero con lui sempre e la sua teoria l’ho vista nascere e l’ho vissuta anche sulla mia pelle. Inizialmente noi vivevamo in una villa, di tre piani più mansarda, divisa in questo modo: al piano terra noi c’era la nostra abitazione, con tanto di giardino.

Dal primo piano in poi, vi erano gli ambienti della scuola di Formazione di psicoterapia per medici e psicologi, più il suo studio dove esercitava la sua professione di psicoterapeuta.

Il mio impegno di madre e di moglie a tempo pieno, mi impediva spesso di seguire le lezioni che si tenevano nella scuola, così per potermelo permettere, Giovanni si era inventato un marchingegno che da sopra, con un microfono, mi permetteva da sotto di ascoltare senza essere presente.

Io ero molto felice di questo perché appagava la mia avidità di conoscenza.

Un altro geniale sistema adottato era che tutte le lezioni, venivano registrate su nastri.

La scuola doveva formare i futuri psicoterapeuti, quindi nel programma, erano contemplate lezioni di tante materie e docenti e chi mancava a qualche lezione poteva riascoltarle.

E’ importante sottolineare che se l’abitazione e la sede della scuola con il suo studio, fossero stati da un’altra parte, lui non avrebbe mai avuto tempo per noi e si sarebbe perso momenti preziosi, sia della crescita di nostro figlio e sia del  nostro rapporto.

Invece ad ogni intervallo scendeva, giocava con suo figlio e parlava con me, noi infatti parlavamo molto.

Se il tempo lo permetteva, in questi intervalli, uscivamo a passeggiare nei dintorni, con il nostro GioGio’, o sulle spalle di suo padre o nel passeggino.

In quei momenti, come in altri, condivideva con me le sue riflessioni.

Una volta stava riflettendo sul concetto di narcisismo (ed io rappresentavo per lui una sorta di interlocutore specchio) e mi disse “Dal narcisismo primario, secondo i miei elaborati, è la donna che prima dell’uomo riesce a uscirne, da lei nasce la vita e automaticamente sposta l’amore di se stessa al bambino, un essere creato da lei. L’uomo questo processo non lo potrà mai vivere e può risultargli difficile, può superarlo solo attraverso un percorso di analisi, ma può riuscirci in parte .”

…CONTINUA

Oretta Lanternari – Pedagogista

Adattamento del testo: Mariella Cipparrone

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